Luigi Magistro, nuovo direttore generale di AAMS, ha annunciato quale sarà l’azione di Governo nel settore del gioco pubblico, in un’interessante intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Vi sarà un piano di ricollocazione delle slot machine sul territorio, con l’introduzione inoltre di strumenti telematici per monitorare i casi più gravi e problematici. E’ previsto (come impone il DL Balduzzi) un massiccio numero di controlli nelle sale giochi. Magistro preannuncia uno stop all’espansione dell’offerta nell’online e una razionalizzazione del mercato, con uno studio ad hoc della tassazione.
"Ci sono – afferma il direttore generale di AAMS - 385mila slot machine in Italia, si stanno innescando fenomeni preoccupanti. Ed è il momento di fermarsi".
In base a quanto scrive il Corriere, ben 800mila italiani sarebbero ormai schiavi di queste "trappole luminose per i più deboli" come vengono definite da Beppe Severgnini.
Magistro lancia un monito: "La crescita enorme delle slot machine, dove in realtà si è concentrato lo sviluppo del mercato negli ultimi anni, ha finito per creare problemi. E' venuto il momento di interrogarsi sugli effetti indotti di questa espansione".
Il dirigente di AAMS ha chiaro il piano di azione: “Dovremo intensificare i controlli, ma anche ripianificare la loro collocazione, come del resto ci impone il decreto Balduzzi, evitando la presenza delle slot vicino alle scuole, ai luoghi di culto, agli ospedali. Abbiamo già cominciato a elaborare un piano: ci vorrà del tempo, ma è indispensabile".
In merito alla ricollocazione, i Monopoli sembrano ispirarsi alle esperienze estere degli altri paesi europei: "È vero. In Francia e Spagna ce ne sono molte, ma sono concentrate in quelli che vengono chiamati minicasino, magari nelle località turistiche. E secondo me quella è la strada giusta: bisogna razionalizzare e concentrare la loro presenza sul territorio. E, lo ripeto, spingere sui controlli".
Magistro ha annunciato che sono in corso le prime verifiche in tutta Italia per contrastare il gioco minorile e 300 blitz sono già stati effettuati a Roma: la Guardia di Finanza ha registrato 6 violazioni.
E’ allo studio un sistema diretto per monitorare e contrastare le ludopatie, con l’introduzione di “meccanismi tecnologici che ci consentano di intercettare quei casi di cosiddetto gioco compulsivo. La macchinetta capisce che si sta passando un certo limite nel numero e nella frequenza delle giocate e può mandare degli avvertimenti. E magari, se uno continua, può anche spegnersi".
Con la partenza delle slot virtuali (dal 3 dicembre) e del Betting Exchange (con ogni probabilità da gennaio 2013) su internet non vi saranno più novità: "In generale, soprattutto con riferimento all'online, dovremo – afferma al Corriere della Sera - cercare di limitare al massimo l'introduzione di nuovi giochi per incrementare un mercato che probabilmente, invece, è ora che si assesti, trovando nuovi margini nella razionalizzazione".
Le intenzioni dell’amministrazione sembrano quelle di limitare l’introduzione di nuovi giochi. Il direttore dei Monopoli evidenzia che l’espansione oramai è arrivata al massimo e l’offerta illegale (soprattutto sul web) è stata in gran parte assorbita.
Anche quest’anno la raccolta (i volumi giocati dagli italiani) registrerà un nuovo record ma “le entrate erariali arriveranno a otto miliardi, mezzo miliardo meno che nel 2011, per la prima volta in calo dopo dieci anni. Il gettito e la spesa reale degli italiani, cioè la raccolta meno le vincite, non aumentano. Con uno spostamento verso i giochi che garantiscono maggiori pay-out, ovvero l'online e le slot".
In base ad una ricerca condotta da Confindustria e dalla Luiss, le multinazionali del gioco sono pronte a consolidare i loro investimenti nel mercato italiano ma chiedono una riforma della tassazione. Magistro lascia la porta aperta: "Il sistema impositivo, nel settore dei giochi, è effettivamente troppo frammentato. Dovremmo pensare a un sistema di tassazione unico, che sia sul margine, oppure sulla raccolta, e con aliquote di prelievo differenziate in funzione del tipo di gioco e del suo pay-out, cioè di quanto viene effettivamente retrocesso come vincite ai giocatori. Siamo aperti ad approfondire ogni soluzione, purché tuttavia non venga compromesso il gettito".
Proprio per non ledere gli interessi del fisco (e penalizzare inoltre i giocatori), sarà importante, in sede di analisi e studio, tenere conto delle esperienze estere, in particolare nella vicina Francia, dove l’eccessiva tassazione calcolata sui volumi di gioco (e non sul margine), ha distrutto il mercato (e compromesso le entrate erariali): il poker cash game transalpino è ai minimi storici a causa di aliquote poco equilibrate applicate sul giocato (2% del pot) e non sul rake (profitto lordo).