Al primo punto del programma elettorale di Silvio Berlusconi c’è l’abolizione dell’IMU sulla prima casa. L’ex Premier ha fatto sapere che il gioco pubblico dovrà - in gran parte - finanziare il mancato gettito.
Le entrate garantite dall’IMU hanno superato i 23 miliardi di euro e la quota che grava sulle prime case è di 3,8 miliardi. Per coprire il disavanzo, il leader del PDL avrebbe intenzione di ricavare 1,8 miliardi dai giochi, con l’introduzione di nuove tasse (una proposta di renziana memoria).
- Buco da 500 milioni
Un altro miliardo dovrà essere garantito da una tassazione extra sui tabacchi lavorati e circa 250 milioni dagli alcolici. Altri 258 milioni potrebbero arrivare grazie ad una addizionale di 4 euro sui biglietti aerei. Nel caso queste nuove tasse dovessero garantire (ipotesi molto difficile) il gettito ipotizzato in queste ore, vi sarebbe comunque un buco di circa 500 milioni.
Si parla – come detto - di entrate ipotetiche, rispetto a flussi di cassa certi per l’Erario e con un aumento elevato di costi sociali diretti (non scordiamoci che le ludopatie da giugno 2013 saranno giustamente previste dai LEA) e indiretti.
- Effetto boomerang
L’ex presidente del Consiglio punta tutto sulle tasse sul vizio ma il rischio “boomerang” è dietro l’angolo, con la probabile contrazione delle entrate fiscali nel settore (minimo 500 milioni di euro) e un crollo dell’occupazione.
I dubbi sono dettati dal fatto che quest’anno, per la prima volta, il gettito erariale derivante dal gambling sarà in flessione rispetto ai 12 mesi precedenti.
In queste condizioni, e con un potere di spesa minore dei cittadini da destinare all’intrattenimento, è legittimo chiedersi – prima di tornare in balia dello spread - se lo Stato riuscirà a ricavare un extra gettito di 1,8 miliardi in un settore già spremuto o comunque al limite, senza considerare problemi collaterali non secondari (vedi ludopatie) provocati da giochi compulsivi di pura fortuna che, guarda caso, sono quelli che garantiscono margini più elevati ma che provocano anche maggiore dipendenza.
- Possibile crollo gettito e occupazione
Le recenti posizioni della Ragioneria dello Stato e della Commissione Bilancio del Senato (ha bocciato una nuova addizionale per le Vlt per finanziare un fondo da 15 milioni…) sono chiare: temono un crollo del gettito fiscale in caso di aumento della pressione fiscale.
Non è dello stesso avviso il Direttore di AAMS Luigi Magistro sull’emendamento (poi abrogato) dell’aumento del PREU (prelievo unico) sulle VLT dal 4% al 4,5%: “Prima di parlare di crollo del gioco, aspettiamo i risultati. Certe polemiche ricordano quelle relative ai tabacchi. Dopo l’ultimo innalzamento delle tasse, i consumi sono scesi del 7-8%, ma gli introiti dell’erario hanno finito per mantenersi quasi sui livelli precedenti”.
Quindi, nella migliore delle ipotesi (se le previsioni di Magistro dovessero rivelarsi giuste), un aumento della tassazione nel settore degli apparecchi da intrattenimento, potrebbe garantire solo un gettito constante (senza risorse extra come vorrebbe Berlusconi) ma un crollo dei fatturati e dell’occupazione nel settore, almeno secondo i timori di Confindustria.
- Confindustria contraria
A denunciarlo è Massimo Passamonti, presidente di Sistema Italia: “Secondo stime di Confindustria, questa proposta (incremento del Preu dello 0,5%, ndr) invece che generare un aumento di gettito porterebbe a una riduzione dei ricavi degli operatori compresa tra il 10% e il 15% con una conseguente contrazione dei margini di oltre il 50%, con l’uscita certa dal mercato degli operatori più piccoli e meno strutturati (almeno il 10-20% del totale della raccolta), con una perdita complessiva di gettito stimabile in oltre 500 milioni di euro su base annua a fronte di un’entrata ipotetica stimabile in soli 140 milioni di euro. Non sembra un grande affare anche in considerazione del negativo impatto occupazionale che si genererebbe”.
- Razionalizzare tassazione
I giochi già autorizzati e sul mercato oramai offrono margini molto bassi per entrate fiscali extra. Bisogna dire che razionalizzando la tassazione in alcuni giochi (vedi ad esempio nelle scommesse), si otterrebbero maggiori entrate (nel lungo periodo) ma non pari alle cifre iperboliche prospettate. Bisogna quindi ricercare risorse da nuovi giochi, ma anche qui il rischio flop è elevato.
- Poker live
Giulio Tremonti, quando era ancora Ministro dell’Economia, aveva previsto 80 milioni di euro dalla nuova rete del poker live, nel suo primo anno di attività. Altri fondi potrebbero arrivare dal Betting Exchange ma non si tratta di giochi da banco e le entrate sarebbero comunque minime. Stesso discorso per le scommesse virtuali online.
Oramai quasi tutti i settori sono stati legalizzati. L’unico mercato che offre ancora margini importanti (perché mai sviluppato fino in fondo nel nostro paese) è il mercato dei casinò.
- Nuovi casinò unica soluzione?
Per trovare effettivamente un surplus da 1,8 miliardi, Berlusconi (in via ipotetica) potrebbe rispolverare il vecchio progetto dell’ex sottosegretario al Turismo Michela Brambilla: trasformare gli hotel a cinque stelle in casinò, autorizzando una sala da gioco per regione.
Progetto che però non è stato citato nel recente programma di Berlusconi ed i motivi sono chiari: in passato è stato insabbiato per evidenti divergenze all’interno delle correnti di maggioranza e per una fortissima opposizione di una parte dell’opinione pubblica guidata da una lobby di area cattolica.
- Bocciato emendamento tasse 21%
Nel frattempo, proprio in queste ore, la Commissione Bilancio del Senato ha bocciato un emendamento della senatrice del Terzo Polo, Emanuela Baio che chiedeva un’aliquota unica per tutti i giochi del 21%, da rendere effettiva dal gennaio. Peccato che una misura del genere sia impraticabile, essendo la maggior parte dei giochi tassati ancora sulla raccolta e non sul profitto. La cosa sorprendete è che, a pochi mesi dalle elezioni, e a prescindere dagli schieramenti, si parla sempre di tasse ma mai di tagli alla spesa pubblica.
- Ultima ora: Preu al 5%
I colpi di scena non tardano ad arrivare: in Commissione Bilancio è stato approvato un emendamento che prevede l'innalzamento del Preu per le Vlt al 5%.
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