Vai al contenuto

Daniel Negreanu: "i giocatori che usano la VPN imbrogliano?"

Daniel Negreanu ha lanciato il sasso nello stagno di Twitter: "chi fa uso della VPN e gioca sotto copertura, è eticamente criticabile?". Kid Poker ha lanciato un sondaggio su Twitter: "è illegale giocare a poker in Texas (può sembrare un paradosso ma è così, ndr). Vuol dire barare oppure non è etico? Io sono cresciuto a Toronto, giocando nei giochi underground: è cheating? Chi usa la VPN (virtual private network) negli Stati Uniti si comporta nello stesso modo? Sta imbrogliando?".

Daniel Negreanu durante il PCA alle Bahamas (photo courtesy of Carlos Monti - Rational Group)

Per chi non le conoscesse, le VPN sono reti private (in genere a pagamento) che permettono di celare l'identità di chi sta effettuando la navigazione, ma soprattutto fanno risultare l'utente collegato ad un server in una zona geografica differente, a scelta dell'utente. Per esempio un player di Los Angeles può far risultare di essere a Toronto. Sono naturalmente illegali nel poker e nel gioco online.

Facciamo subito una premessa: trasgredire la legge è sempre, da un punto di vista anche etico, condannabile. Il giudizio non può che essere negativo. Se lo fai, ad esempio, in Italia per giocare all'estero oppure per proteggere (per qualche ragione) la tua identità, è senza dubbio sbagliato, ti esponi inoltre a dei grossi rischi e se stai facendo Multi Accounting, sappi che stai commettendo un reato (truffa).

Italia: uso VPN aumentato con il sabotaggio della condivisa

Purtroppo in Italia, con il sabotaggio della condivisa per ragioni note, vi è stato un proliferare dell'uso di VPN (virtual private network) e molti hanno giocato sulle rooms cinesi. Ma anche se alla base ci sono ragioni non del tutto comprensibili da parte delle autorità con scelte contestabili ed anche poco corrette, questo non vuol dire che i grinders siano autorizzati a trasgredire la legge. Per questo motivo, molti ragazzi italiani sono andati a vivere all'estero, facendo enormi sacrifici  e vivendo lontano dalle famiglie e dagli amici: Austria, Malta, Inghilterra le mete principali, ma anche Spagna, per giocare sulla piattaforma internazionale di PokerStars e delle altre rooms.

Questi ragazzi cosa possono pensare nei confronti di chi gioca comodamente (ma con dei rischi) da casa usando la VPN?

Il contesto negli States: dopo il Black Friday....

Però il contesto nel quale parla Negreanu è differente rispetto all'Italia. Nel post black friday, molti ragazzi che giocavano in modo regolare sulle piattaforme di poker online tollerate negli USA (prima del 2011 e l'intervento dell' FBI) si sono trovati improvvisamente spiazzati una volta che è scattata l'inchiesta del Dipartimento di Giustizia statunitense di New York. Molti di essi non potevano sostenere un soggiorno all'estero e quindi avevano tre scelte davanti:

  • Rinunciare a giocare a poker full time
  • Giocare su piattaforme offshore (molto rischioso!)
  • Giocare sulle solite piattaforme ma con VPN

Numerosi grinders americani si sono ritrovati con le spalle al muro nel pieno della loro carriera.

La tecnologia in aiuto delle rooms

La tecnologia però è andata avanti alla velocità della luce e le rooms si sono organizzate: ad esempio, il vice campione del mondo californiano Gordon Vayo è stato sorpreso a giocare un grosso torneo con la VPN e la sua vincita è stata confiscata e, succcessivamente, re-distribuita.

Oramai i rischi ad usare la VPN sono tangibili.

Il sondaggio di Negreanu

Ma il sondaggio di Negreanu che esito ha avuto? Su 15.919 risposte, il 76% ha risposto che usare la VPN negli States non è da considerarsi cheating, un imbroglio.

 

Nella discussione è intervenuto Nail Farrell che ha condiviso un'opinione interessante: "nessuno è eticamente scorretto nell'usare la VPN fin quando mantiene il suo conto originario", ovvero non fa Multi accounting o si nasconde. Questo è il punto di vista del giocatore e non è da sottovalutare.

Il problema nel cash game

Sappiamo che soprattutto nei giochi di cash game di un certo livello, molti usano account di familiari, parenti o amici per nascondere la propria identità, in modo tale da evitare di essere leggibili per gli avversari. In questo caso stiamo parlando di una truffa bella e buona.

Scopri tutti i bonus di benvenuto

 

LE RECENSIONI DELLE PRINCIPALI POKER ROOMS LEGALI ITALIANE: BONUS, SOFTWARE, CARATTERISTICHE, ACTION

 

Il 24% ha votato negativamente proprio perché sostiene che coloro che usano la VPN hanno un vantaggio ingiusto nei confronti degli altri giocatori.

Gli esempi estremi: Hastings da una parte e Vayo dall'altra

Su Twitter ne è nata una lunga discussione. Il confine per molti è ben delineato con due esempi: Brian Hastings nel 2015 è ritornato a giocare a poker online con il nick "NoelHayes" , un account differente rispetto al suo nick di PS storico ""$tinger88". In questo caso eticamente condannabile. Ben diversa la storia che abbiamo citato prima, ovvero il caso di Gordon Vayo che usò una VPN dalla California ma per giocare con il suo nick reale Holla@yoboy senza però danneggiare altri giocatori. La legge non era dalla sua parte ma agli occhi dei giocatori non ha commesso nessuno scam.

E voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere sulla nostra pagina Facebook o commentando l'articolo qui sotto.

Segui  tutte le notizie sul mondo del poker 24 ore su 24 sulla pagina Facebook AssoNews. Metti like alla nostra pagina!

 

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI