Imparare, nel mondo del poker, non è mai stato facile come oggi: video, scuole di coaching, forum e software di tutti i tipi. Risorse innegabilmente preziose, ma che portano con sé un rischio implicito: quello di formare legioni di giocatori con uno stile standardizzato e piatto, concentrati più a battere la rake che non gli avversari.
Ne è convinto il finlandese Miikka Anttonen, che gioca dietro al geniale nickname di "BoysDontCRAI" ma che sui forum è noto anche come "Chuck Bass". Torneista, ha avuto un paio di deep run all'EPT di Barcellona ed a suo nome può vantare poco meno di due milioni di dollari in vincite online, con il successo più importante raggiunto nel 2011 con la vittoria del Sunday Second Chance per 42.000 $.
La sua tesi è semplice: troppi grinder, negli ultimi anni, avrebbero sacrificato un pensiero critico e creativo a proposito della strategia legata al gioco del poker, per fare spazio a strategie "preconfezionate" da qualcun altro (più esperto, quindi affidabile) che non aspettano altro di essere messe in pratica. Una tendenza di cui Anttonen non critica la legittimità, ma che a suo avviso ha più di qualche falla.
"In uno dei video più interessanti che abbia mai visto, il coach faceva un monologo di sedici minuti su come non volesse adottare uno stile che gli garantisse un ROI del 5% - ricorda - poi con uno stack effettivo di sedici big blinds openlimpava con una coppia e check/callava tre street. Questa linea, se assorbita nel proprio gioco in modo acritico, può portare più danni che benefici, ma quel giocatore è uno dei più vincenti di sempre online, e in quel caso aveva decisamente capito qualcosa".
Si potrebbe obiettare che si diventa grinder per vincere soldi, non per sfogare la propria creatività, senza contare che non tutti sono dotati di altrettanta capacità logica e di immaginazione. Una "tesi difensiva" che in ogni caso non lo convince: "Non pensare è il peggior nemico del successo nel poker. Non si può rimproverare a chi giochi tornei turbo di non saper giocare un poker deepstack, visto che avrà speso migliaia di ore a perfezionare la sua strategia di push/fold".
Ma se quel giocatore fosse capace di fare anche altro, come lo scoprirà senza mettersi mai alla prova? Questo è il vero punto del ragazzo di Helsinki: "Che succederebbe a quel professionista, se per qualche settimana accantonasse quello che sa, e cominciasse a giocare un poker deepstack dove devi pensare ad ogni tua scelta? E come potrete avere successo senza essere in grado di spiegare perché state facendo quel che fate?".
Miikka Anttonen, professionista ormai da anni
Il rischio è quello di diventare tanti piccoli robot, magari anche marginalmente vincenti, ma che a suo avviso rischiano di scontrarsi con un'amara verità: "Anche da McDonald's vi pagano 12 dollari l'ora, è quel 5% di ROI di cui non dovremmo accontentarci ma che anzi dovremmo voler evitare, scoprendoci però spesso troppo spaventati anche solo per provarci".
Ma i benefici di un pensiero creativo ed originale non hanno benefici soltanto sulla propria strategia e quindi il bankroll, ma rendono anche più interessante il tutto: "Usare la vostra testa ed elaborare linee creative è divertente, perché dovreste voler diventare una copia di giocatori appena vincenti, perché non aspirare a qualcosa di più ambizioso? E se ci fosse qualcos'altro, un giardino segreto dell'Eden di cui nessuno ci ha mai parlato?".
Pur senza poter giurare che esista, "BoysDontCRAI" così come altri è là fuori a cercarlo.