Davidi Kitai ha rotto le uova nel paniere all'aquila statunitense: il successo del giocatore belga è infatti giunto dopo 14 vittorie di giocatori americani, una striscia di successi che eguaglia quella già registrata nel 2006.
In quell'anno infatti, dopo la vittoria di Max Pescatori nel torneo di Limit Hold'em da 2.500 dollari, gli statunitensi piazzarono un altro parziale di quattordici a zero in altrettanti tornei WSOP, monologo a stelle e strisce interrotto soltanto dalla vittoria dello svedese Mats Rahmn in un torneo di No Limit Hold'em da 1.500 dollari di buy-in.
Kitai, che al tavolo finale era il solo giocatore a non vantare il passaporto statunitense, è così riuscito a spezzare finalmente l'incantesimo, che avrebbe consegnato agli USA la striscia di successi consecutivi più lunga da parecchio tempo a questa parte, di fatto da quando il poker ha smesso di essere un gioco per pochi ed è stato sdoganato a livello internazionale.
A livello prettamente statistico, è interessante notare che in realtà il record assoluto di successi consecutivi statunitensi era ben lontano dal poter essere battuto: di fatto, visto quanto è cambiata la natura del gioco sarà praticamente impossibile fare di meglio.
Dal 2004 al 2005 gli USA vantarono 41 successi consecutivi, ma in passato avevano saputo fare ancora di meglio. Infatti, nella storia delle World Series Of Poker dal 1973 al 1986 hanno vinto esclusivamente giocatori americani, un risultato frutto di una manifestazione che attraeva giocatori quasi esclusivamente a livello nazionale, non fosse altro perché il poker online era ancora molto lontano dal diventare una realtà anche solo concepibile.
A rompere il tabù fu un giocatore iraniano poi naturalizzato statunitense, Hamid Dastmalchi, che vinse in un torneo di No Limit Hold'em da 1.500 $ e nel 1992 si tolse anche lo sfizio di andare a vincere il Main Event WSOP, che allora contò 201 partecipanti. Curiosamente, fu un altro giocatore iraniano ad essere il primo player d'oltreoceano a laurearsi campione nel Main Event WSOP.
Accadde infatti nel 1990 a Mansour Matloubi, all'epoca già residente nel Regno Unito, che raggiunse il tavolo finale anche nel 1994 piazzandosi al quarto posto, pioniere come altri di un'epoca che appare molto più distante di quanto il calendario non possa suggerirsi.
Nomi di protagonisti lontani, dimenticati, che gli appassionati di oggi raramente conosco, ma biasimarli per questo sarebbe crudele: allora il poker live era davvero un altro gioco.