Il "minestrone" relativo alla situazione normativa del poker live in Italia si arricchisce di un nuovo ingrediente. Il Consiglio di Stato ha accolto ieri il ricorso di un circolo di poker - "Il Circolo" di Mestre - contro la chiusura che era stata decretata in seguito all'inserimento del poker nella lista dei giochi proibiti.
La motivazione dell'accoglimento del ricorso è che il suddetto circolo in realtà rispettava disciplinatamente il limite a 30€ euro di buy-in che, al momento del provvedimento, era ampiamente accettato dalla maggioranza delle questure italiane.
Il provvedimento restrittivo era ovviamente precedente alla famosa circolare del 9 settembre scorso, in cui si imponeva la chiusura di ogni attività relativa al poker giocato, all'infuori dei casinò. E infatti questa decisione del Consiglio di Stato appare oggi, più che una sconfessione di un pezzo dello Stato da parte di un altro, come lo scoperchiamento di una situazione estremamente contraddittoria ed intricata.
L'avvocato Massimiliano Rosa, interpellato da Agipronews, ha dichiarato infatti: "I circoli sono aperti in molte città italiane. La grande verità e che la situazione è rimasta caotica". Il legale, uno dei massimi esperti italiani in materia, ha aggiunto C'è una legge che proibisce il poker al di fuori dei casinò. Il parere del Consiglio di Stato su questo singolo caso non cambia la situazione generale. C'è una disparità di trattamento e tutto questo è dovuto ad un comportamento non uniforme da parte delle questure italiane e alla disorganizzazione che ha seguito la circolare del Viminale, che vieta il gioco nei circoli. Sono state spedite delle indicazioni tassative, ma l'operato delle questure non è stato altrettanto rigoroso. In alcune province i presidenti dei club non stati neanche informati delle novità in atto". Quindi si configura, sempre secondo l'avv. Rosa, una violazione di uno dei principi basilari della nostra Costituzione: "La legge deve essere uguale per tutti, e in questo caso il principio non è stato rispettato."
Da parte sua Giorgio Velli, presidente de "Il Circolo" di Mestre, non nasconde ovviamente la soddisfazione "Questa sentenza ci restituisce quel ruolo di aggregatori a cui aspiriamo - ha dichiarato sempre ad Agipronews - mettendo la parola fine a quell'alone di illegalità che da sempre avvolge il poker". E adesso, cosa farà? "In attesa dell'assegnazione delle concessioni - spiega Velli - secondo i nostri legali è un nostro diritto organizzare tornei di poker, senza scopo di lucro". E allora è da attendersi una ripartenza del circolo nei prossimi giorni: "Potremo organizzare un torneo al giorno con quota d'iscrizione massima di 30 euro, senza andare contro la legge Comunitaria".
Tornando alla situazione generale, il recente provvedimento del Consiglio di Stato riapre una ferita, quella dell'empasse legislativo sull'ormai annosa questione del poker live in Italia. Sulla questione ritorna l'avvocato Rosa, sempre ai microfoni di Agipronews: "Credo che bisognerà attendere molto per l'assegnazione delle concessioni ai circoli di poker. I tempi sono lunghi e questo si era capito subito. I concessionari per ora non si esprimono per il semplice fatto che in questa situazione non sono in grado di farlo. Il panorama non è ancora chiaro a nessuno, ma mi sembra che la legge Comunitaria disegni un poker live poco accattivante, soprattutto per chi già può offrire il gioco online. Il volume di gioco del web sta andando bene e non ha tutti quei costi di gestione che deve sostenere il circolo: perché le grandi aziende dovrebbero investire in un settore impostato sul gioco senza scopo di lucro?".
Una domanda retorica che fotografa in pieno una situazione imbarazzante, per la quale lo stesso Max Rosa suggerisce alternative :"I circoli sono chiusi da troppo tempo e forse la questione non è stata analizzata da chi realmente conosce questo mondo. Io credo che sarà necessario rivedere alcuni punti della Comunitaria".