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PL1000: una mano che mette tutti d'accordo (su cosa non fare)

Da anni c'è chi sostiene che il Pot Limit Omaha sia un gioco dove c'è ancora molto denaro da vincere: difficile dire se questo sia vero, ma alcuni eccellenti professionisti hanno scovato diversi errori in questa mano giocata al PL1000.

A commentarla ci hanno infatti pensato Ben Sulsky, Brian Hastings e John Beauprez, che si sono trovati sostanzialmente concordi nell'individuare "i punti deboli" della linea adottata da hero.

Quest'ultimo - dopo l'openlimp di un giocatore UTG ed il rilancio a 45 $ dell'hi-jack - decide di chiamare dal grande buio con k q j 3 , avendo uno stack effettivo di 110 big blinds. Anche l'UTG chiama, ma già con questa semplice decisione hero sembra aver commesso uno sbaglio: avrebbe infatti dovuto foldare preflop.

Secondo Sulsky, infatti, un certo numero di volte l'UTG potrebbe 3-bettare, ma questa non è la sola ragione per cui il call viene giudicato difficilmente profittevole. La tesi, infatti, è che (a meno di non giocare ad un tavolo piuttosto semplice) difficilmente si possa guadagnare molto in questa situazione, ed a volte invece ci si troverà a pagare un conto piuttosto salato.

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Scrive infatti Beauprez, vincitore di un braccialetto ed autore di un libro dedicato al PLO: "Abbiamo la peggiore posizione relativa, con pochissimi flop che ci fanno sentire a nostro agio nel mettere una gran quantità di soldi nel piatto. In sostanza, il rischio è che quando floppiamo bene non riusciamo ad estrarre molto valore, mentre quando questo non succede siamo costretti a check/foldare".

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In ogni caso, il flop è 4 j k , con hero che decide di leadare per 90 $ su un piatto di 140 $, venendo chiamato da entrambi gli avvversari. Anche questa scelta viene criticata, con Brian Hastings e Ben Sulsky che credono sarebbe meglio limitarsi a check/callare: "Se decidi di donkare dovresti farlo con una size maggiore, rispetto ai due terzi del piatto - scrive Hastings - ma check/callando eviti di gonfiare il piatto fuori posizione, quando ci sono molte carte al turn che ti mettono di fronte ad una scelta difficile. Infine, in questo modo teniamo nel range dei nostri avversari anche i bluff".

Il turn è il 3 , ed hero decide di puntare ancora una volta, in questo caso 320 $ su un piatto di 411 $, con l'UTG che folda ma l'HJ che chiama. Anche in questo caso sembra esserci un problema di size: sia Hastings che Sulsky individuano infatti due strade, ovvero pottare al turn oppure check/raisare. 

Al river cade il 4 , hero checka e l'hi-jack va all-in per 651 $ su un piatto da 1.050 $: "Sarei tentato di chiamare, avendo in mano il jack di quadri - scrive Sulsky - ma non credo di essere molto bravo in queste situazioni, visto che chiamo troppo spesso ed i miei avversari non bluffano più. Puntare comunque sarebbe terribile, perché non folderebbe mai un colore e non penso possa chiamare con AK".

La decisione al river è insomma difficile, in quanto il nostro avversario potrebbe avere molti bluff nel suo range visti i busted draw: hero non rivela cosa abbia fatto, ma il vero problema della mano sembra essere che non avrebbe dovuto trovarsi in quella situazione, frutto di scelte non ottimali precedenti.

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