Vi abbiamo parlato di quanto questa annata sia stata difficile anche per le case da gioco USA, che per la prima volta nella loro storia hanno visto diminuire i loro profitti rispetto all’anno precedente. Tuttavia una città come Las Vegas – che fa del gioco, del divertimento e dell’eccesso il proprio credo – non poteva certo arrendersi a questo stato di cose, determinata invece a reinventarsi pur di invertire la rotta verso mari più placidi e profittevoli.
Si inserisce in questa nuova filosofia il nuovo City Center, un aveneristico complesso in cui sono stati investiti miliardi di dollari e che proprio la scorsa settimana è stato aperto al pubblico e visionato dagli occhi attenti di molti giocatori professionisti.
Il complesso è formato da sei costruzioni principali, fra cui spiccano due albergi, un enorme centro commerciale che comprende anche attività ricreative, un condominio i cui appartamenti sono davvero per pochi ed infine una nuova poker room, l’Aria Casino.
Oltre ad offrire tutti i giochi tipici di un casinò, l’Aria dispone anche di 24 tavoli dove è possibile giocare a poker, pensati per una clientela più ampia possibile.
Diciotto di questi tavoli offrono No Limit e Limit Hold’em a partire da limiti $1/$3 e $2/$5, mentre nelle ore più piccole della notte spuntano tavoli come il $4/$8 Pot Limit Omaha High-Low ed altri mixed games.
Gli altri sei tavoli sono riservati a chi ama sedersi a tavoli più impegnativi. Cinque di questi partono infatti dal No Limit Hold’em $5/$10 a salire, mentre il restante tavolo è destinato a diventare quello che rappresenta la Bobby’s Room per il Bellagio.
Si tratta infatti di un tavolo VIP, isolato dagli altri, che è già stato testato da giocatori quali Guy Laliberté, Tom “durrrr” Dwan, Patrik Antonius ed altri. Fra l’altro, pare che presto questa sala sarà intitolata a Phil Ivey, un ulteriore omaggio ad un giocatore che nonostante la giovane età evidentemente è già nella storia del poker e continuerà a scriverne pagine importanti anche in futuro.
Una particolarità che contraddistingue il casinò sta nel fatto che – in netta controtendenza con quanto avviene generalmente a Las Vegas – durante le ore diurne ci si serva esclusivamente di luce naturale, creando così un mix fra originalità, spirito ecologista e risparmio energetico di non poco conto.
Le impressioni dei professionisti che lo hanno visitato sono state generalmente entusiaste, ma si sa, una certa clientela è particolarmente esigente e così non sono mancate anche alcune piccole critiche. Pare infatti che i giocatori non abbiano gradito il rumore proveniente dalla sala principale del casinò, così come si siano lamentati del fatto che i loro cellulari non fossero in grado di prendere la linea in alcuni casi.
Si tratta naturalmente di sottigliezze, pecche che in fase di rodaggio si perdonano e verranno certamente eliminate. Di sicuro, questo aggiunge un ulteriore tassello alla già variegata offerta di "Sin City", ed il fatto che il casinò non sia che una componente dell’intero centro sottolinea indirettamente come Las Vegas voglia rivolgersi non solo ai giocatori, ma anche a chi abbia voglia di divertirsi in altro modo.
Come, in fondo, non importa: ciò che accade a Las Vegas rimane a Las Vegas.