Uno dei vantaggi più netti che i top Pro hanno sugli avversari meno preparati è l’abilità di saper giocare postflop. Ogni street porta infatti carte nuove e giri di puntate in più, facendo cambiare le pot odds e la texture del board. Più dura la mano, quindi, e maggiori sono le possibilità - per un giocatore con una certa esperienza - di riuscire a definire meglio il range di mani dell’avversario.
Tuttavia, in alcune circostanze, tutte le informazioni di cui si può aver bisogno sono già disponibili dall’azione preflop, così come ci dimostra Johnny Chan in una mano giocata al WPT Doyle Brunson Five Diamond World Poker Classic, torneo da 15.000$ di buy-in disputato nel 2008 al Bellagio di Las Vegas.
Con bui 500$/1000$ e ante di 100$, il giovane ed aggressivo professionista Ryan Young – vincitore di un braccialetto WSOP nell’evento 1500$ No Limit Hold’em del 2007 – limpa da utg, mentre la talentuosa Liz Lieu rilancia di 4.000$ da middle-position. Dopo una serie di fold, la parola arriva quindi a Chan che dal Big Blind trova j j - una mano sicuramente impegnativa da gestire, soprattutto dopo un raise.
“Avrei potuto 3-bettare Liz con la mia coppia di Jack, ma in realtà ritenevo che Young potesse contro-rilanciare con un range di mani piuttosto ampio” spiega Chan, vincitore di 10 braccialetti WSOP nonchè campione del mondo per due volte consecutive nel 1987 e ’88.

“Quel ragazzo stava infatti giocando in maniera piuttosto aggressiva, nel tentativo forse di bullare il tavolo.” Johnny decide quindi per il call, lasciandosi dietro uno stack di circa 30.000$ e, così come previsto, Ryan Young opta per un re-raise a 14.000$ - mossa che a quel punto poteva significare due cose: o che aveva limpato con gli assi, sperando in un rilancio da poter 3-bettare successivamente, o che stava cercando di convincere gli altri due che non era il caso di giocare con mani dal valore marginale.
Liz Lieu ci pensa per un attimo e poi aggiunge gli altri 10.000$, e quelle erano tutte le informazioni di cui Chan aveva bisogno per andare direttamente all-in. Young folda quasi subito – indicando quindi una corretta lettura di Johnny – mentre Liz decide nuovamente per un call girando a k per un classico coinflip. Board liscio e Chan effettua dunque un buon double-up.
“Non per vantarmi, ma credo davvero di aver giocato la mano perfettamente. Ho fatto call con due Jack, quando potevo sicuramente rilanciare, perchè pensavo che quel giocatore alla mia sinistra potesse fare un raise per provare a prendere subito il piatto. E non solo l’ha fatto, ma anche calibrato la puntata così alla perfezione da rivelarmi esattamente cosa potesse avere in mano Liz” chiarisce Chan.
“Se infatti aveva QQ o KK, allora avrebbe sicuramente fatto una 4-bet su Young perchè nel piatto c’erano già tante chips. Dedotto ciò, io sapevo già di esserle davanti con la mia coppia, ed è per questo che ho deciso per l’all-in. JJ contro AK parte in vantaggio almeno al 56%, e con pot odds di 2 a 1 quella era una mossa assolutamente obbligata. Facendo call a quel rilancio iniziale sono riuscito ad inquadrare la situazione nel miglior modo possibile.”