[imagebanner gruppo=pokerstars] Come si fa a capire se un giocatore è più forte dell'altro? Nel poker non si è mai trattato di una faccenda semplice, a maggior ragione quando entrambi sono professionisti vincenti e generalmente rispettati: questo, per chi gioca cash game high stakes e specialmente in heads-up, può diventare un bel problema.
A certi livelli infatti i possibili avversari sono pochissimi, e se questi pensano che chi hanno di fronte sia un giocatore ai vertici della "piramide" - è il caso di Doug Polk od Isaac Haxton tanto per intenderci - ottenere azione può diventare davvero complicato, quando non addirittura impossibile.
Da qualche mese allora, sia su TwoPlusTwo che su Twitter, alcuni di quegli stessi giocatori che popolano i tavoli high stakes pubblicano mensilmente i cosiddetti Power Rankings, classifiche con la top venti dei migliori giocatori di una certa specialità, naturalmente secondo la loro opinione: che si tratti di heads-up, No Limit Hold'em 6-max o Pot Limit Omaha, l'interesse che suscitano è ormai comprovato, e non solo da parte dei semplici appassionati che a certi tavoli non prenderanno mai posto.
Basate sul valore assoluto del giocatore e sulla sua disponibilità a battagliare i migliori, vengono sempre presentate con tono scherzoso e commentate in modo altrettanto leggero, ma pensare che il loro scopo sia semplicemente quello di farsi quattro risate sarebbe probabilmente miope: in realtà, la speranza di alcuni fra coloro che le propongono è che questo genere di graduatorie causino azione fra giocatori che diversamente avrebbero preferito non scontrarsi, magari a seguito di discussioni in cui due contendenti si ritengono vicendevolmente superiori.
Nel caso di alcuni professionisti si tratta di una speranza destinata a rimanere tale, visto che tutta una serie di player sono troppo "calcolatori", troppo imprenditori per pensare di mettere a repentaglio grosse porzioni del loro bankroll semplicemente per un fatto di ego, considerando inoltre che pure nei casi in cui un giocatore ritiene di essere migliore dell'altro questo vantaggio nei fatti può rivelarsi molto piccolo e quindi destinato a non manifestarsi, se non dopo molte, troppe mani.
Tuttavia, l'orgoglio e la fiducia in se stessi non sono certo marginali quando si parla di professionisti vincenti, e così piccole provocazioni in chat, una classifica con posizioni che fanno storcere il naso a qualcuno, qualche parola di troppo ed una sfida lanciata o accettata senza rifletterci troppo a lungo ed il gioco è fatto: se il poker è un gioco fatto di piccoli vantaggi, anche far leva su questi aspetti è in fondo uno di questi.