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Amaya su PokerStars.it: "previsti rimedi per contenzioso fiscale". Il punto sull'indagine

[imagebanner gruppo=pokerstars]Nota ufficiale nella notte da parte di Amaya Gaming, la holding che controlla Rational Group (proprietario dei marchi PokerStars e Full Tilt). La multinazionale canadese non è per nulla sorpresa dalle notizie che arrivano dall'Italia: "il contenzioso fiscale attuale è una vicenda della quale Amaya era già a conoscenza prima della fusione".

Presa di posizione doverosa da parte degli uomini di David Baazov, essendo Amaya quotata alla borsa di Toronto.

Nella nota stampa si intuisce, tra le righe, che - al momento dell'acquisizione - sono state mantenute coperture ad hoc per questa tipologia di contenziosi fiscali e per tasse extra eventualmente contestate, come è avvenuto in Italia, con il comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma che ha denunciato una omessa dichiarazione per 300 milioni di ricavi, dal 2009 al 2014.

L’ omessa dichiarazione di 300 milioni di euro, non si traduce - in automatico - in una multa per la medesima cifra.

Il motivo del contenzioso verte su una diversa interpretazione del concetto di domicilio fiscale, come ha sottolineato il portavoce di Rational Group.

Ma è un momento delicato per il gaming “italiano”. Proprio in questi mesi, due multinazionali del gioco che operavano sul nostro territorio si stanno trasferendo a Londra. Le autorità italiane hanno voluto mandare un segnale?

La vicenda di PokerStars riguarda inoltre anche la posizione di molte società estere che operano fuori dai confini nazionali, sul mercato italiano con regolare concessione dei Monopoli, come prevede la legge “comunitaria” del 2009.

Amaya Gaming ribadisce: "il contenzioso fiscale relativo alle operazioni di PokerStars, risale ad una fase precedente all'acquisizione della società da parte di Amaya, avvenuto nell'agosto 2014".

Amaya poi rassicura gli azionisti: "L'accordo di fusione fornisce gli strumenti e i rimedi" per onorare il pagamento di eventuali "imposte sul reddito ed altre passività che potrebbero essere maturate prima della data di acquisizione".

Tra i "rimedi", Amaya indica "i fondi detenuti in deposito a garanzia, come fonti iniziali per il risarcimento".

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Amaya sembra però certa di essere nel giusto nell'interpretazione del concetto di "domicilio fiscale". Il gruppo canadese ostenta infatti sicurezza per il futuro: "Amaya non prevede che tali questioni fiscali si applicheranno a periodi fiscali futuri".

PokerStars.it si è trasferita a Malta nel 2012, in linea con la legge italiana "per l'adeguamento degli obblighi comunitari" del 2009 e per quel periodo – come si intuisce nella nota – non dovrebbero esserci problemi, almeno secondo i legali di Amaya, visto che sono loro che hanno preso in supervisione l’intera vicenda. Ovviamente è una valutazione superficiale visto che solo le Fiamme Gialle sono a conoscenza della documentazione e delle prove raccolte.

La Guardia di Finanza che nel comunicato ha fatto riferimento al periodo fiscale 2009-2014.

Ma c'è una sentenza della Cassazione (leggi qui la versione integrale) che abbiamo pubblicato ieri, risalente a gennaio 2014, che riconosce la sede (principale) operativa e legale del gruppo a Malta. Dello stesso avviso anche il Tribunale del Riesame. E questo aspetto potrebbe smontare la tesi delle Fiamme Gialle che ritengono - di fatto -  Halfords Media Italy S. r. l, come la capogruppo di tutto, quando invece - in base allo schema riconosciuto anche dalla Cassazione - dovrebbe essere solo una società di servizi, visto che PokerStars.it sarebbe controllata e opererebbe grazie alla società maltese Reel Italy Ltd.

D'altronde chi lavora nel mondo del poker, è consapevole che fino ad ora le decisioni più importanti sono sempre state prese dal quartier generale dell''Isola di Man (ed ora molto probabilmente da Montreal):  la vecchia gestione Scheinberg ha sempre teso ad accentrare la direzione, mentre da Sliema (Malta) hanno messo in atto le linee strategiche del gruppo, adattandole alle peculiarità italiane e dei mercati del Sud Europa.

In tutti i casi, dopo la sentenza della Cassazione che ha annullato il sequestro di un conto italiano intestato a REEL Italy Ltd, la Guardia di Finanza ha spostato l’attenzione sulla società italiana del gruppo (Halfords Media Italy S. r. l) e molti punti dovranno essere chiariti, visto che le due vicende sembrano differenti, seppur la giurisprudenza di legittimità sembra dare un segnale chiaro sul concetto di “domicilio fiscale” e sulla liceità dell’attuale struttura del gruppo.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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