Sasha “Pokey” Radisich è uno stimato coach di cash game, oltre che uno degli utenti più competenti del forum di poker statunitense 2+2.
Porta la sua firma uno dei thread che sono considerati dei “must read” di 2+2, in particolare per chi si accinga a praticare il No Limit Hold’em nella modalità del cash game, prevista in Italia nei prossimi mesi.
L’argomento trattato da “Pokey” è tanto importante quanto ben sviscerato dall’autore, e si concentra su tutte quelle situazioni in cui sia necessario estrarre valore dalla propria mano. Trovare la strada verso “Valuetown” è spesso complesso per dei principianti, che fra turn e river perdono valore, ovvero non puntano quando la loro mano è presumibilmente favorita rispetto al range avversario, e quest’ultimo sarebbe disposto a mettere soldi nel piatto.
Se in alcuni casi le value-bet sono particolarmente sottili, in altri non puntare o fare importi troppo bassi significa irrimediabilmente lasciare denaro per strada, un errore che un buon giocatore non può permettersi. Ecco quindi che “Pokey” analizza le situazioni in cui dovremmo puntare, citando esempi e spiegando i motivi di questa scelta.
Nella prima parte del suo intervento, l’autore si concentra su tutti quei casi in cui è opportuno puntare al turn, prendendo in esame, per cominciare, un primo caso, ampio e apparentemente banale…
1) Dovremmo puntare al turn quando la nostra mano è forte abbastanza
“Potrebbe esserci un’affermazione più vaga di questa – si chiede retoricamente “Pokey” – probabilmente no. Tuttavia ci sono una serie di aspetti da considerare quando si punta al turn, in base al board e alle caratteristiche avversarie. Dovreste in generale puntare per valore più spesso in heads-up che in multiway pot, perché la vostra mano dovrebbe essere più forte in quest’ultimo caso.
Analogamente, dovreste farlo con minor frequenza contro avversari tight: vi chiameranno raramente, e quando lo faranno sarete davanti meno frequentemente. Dovrete invece farlo più spesso contro cattivi giocatori, incapaci di capire la reale forza della loro mano e quindi disposti a mettere i soldi nel piatto da dietro.
Dovreste anche valuebettare meno contro avversari aggroscarsi: spesso giocatori di questo tipo puntano o foldano, e di fronte a una vostra puntata non di rado si limiteranno a passare. Più profittevolmente dovreste giocare in check/call contro di loro, in modo da prendere valore dai loro bluff.
Ancora, dovreste puntare per valore più spesso su board drawy che su board dry, perché in quest’ultimo caso difficilmente potrete essere chiamati da una mano che battete, mentre su board che presentano progetti è più probabile. Inoltre, non dovreste farlo con frequenza quando la vostra mano è abbastanza debole da non voler giocare un piatto enorme, come nei casi in cui avete TPNK: prima di costruire un piatto grande, dovrete essere sicuri di volerlo giocare.
Infine, dovreste farlo più spesso in tutti quei casi dove la vostra mano è scarsamente leggibile, anche nel caso di un punto forte: se avete floppato scala nuts aprendo da UTG 7 6 , cominciate a costruire un buon pot fin dal flop, sarete pagati da molte mani peggiori.
Infine, ricordatevi che rilanciare per valore è molto più difficile che puntare per valore: un rilancio può inibire il vostro avversario, facendolo foldare o mettendolo in modalità check/call, di fatto facendogli mettere nel piatto meno denaro di quanto non avrebbe fatto se lo aveste lasciato continuare a puntare”.
Nella prossima puntata di “Road to Valuetown”, Sasha “Pokey” Radisich parlerà di un’altra situazione in cui è profittevole puntare al turn: quando è probabile che il nostro avversario possa foldare.
Traduzione di Piero "Pierelfo" Pelosi