Per la Procura della Repubblica di Fermo, nelle Marche, il sindaco di Servigliano, Maurizio Marinozzi, avrebbe utilizzato i telefoni cellulari del Comune per giocare a poker online. E’ indagato per peculato.
Sia ben chiaro, non c’è nulla di male sul fatto che il primo cittadino del paese marchigiano si sia fatto qualche sessione online. Negli Stati Uniti giocano a poker i presidenti...
Il problema è un altro: secondo il procuratore capo Andrea Vardaro, il sindaco Marinozzi avrebbe utilizzato un bene pubblico per scopi personali. Sono sospettati di aver giocato a Texas Hold’em online con i telefoni municipali anche il vice-sindaco ed il segretario generale del comune. I due però non risultano indagati. Secondo quanto scrive l’edizione locale del Resto del Carlino, sarebbero stati scagionati grazie ad una dichiarazione del primo cittadino che avrebbe riconosciuto la loro totale responsabilità.
Una cosa è certa: a Servigliano come in tutta Italia, è esplosa la passione del Texas Hold’em e - nonostante i falsi moralismi della tv generalista italiana - non c'è nulla di scandaloso. Se confermato invece sarebbe grave il comportamento del sindaco per aver utilizzato un bene pubblico per un uso personale e speso migliaia di euro dei contribuenti in quel modo.
Le indagini sono scattate nell’ottobre del 2009, dopo che erano giunte a palazzo comunale, salate bollette di decine di migliaia di euro. Renzo Speranza, attuale consigliere ed ex sindaco, insospettito, aveva presentato un esposto in Procura ed aveva richiesto nel dettaglio i contratti telefonici e le fatture, ma gli erano stati consegnati documenti palesemente incompleti.
Maurizio Marinozzi è stato iscritto nel registro degli indagati per aver utilizzato i telefonini comunali per scopi personali. Con ogni probabilità sono stati esaminati i tabulati telefonici ma, al momento, questa notizia non è stata confermata pubblicamente. Una vicenda curiosa ed ancora del tutto da chiarire, se si pensa che per navigare e giocare con il telefonino, tutto il giorno, è sufficiente un abbonamento dal costo di pochi euro. Ma ora le bollette salate chi le paga?