Il regolamento previsto dalla Legge Comunitaria 88/2008 è bloccato al Viminale ed il poker live in Italia è ancora in stand-by da più di un anno. Secondo le indiscrezioni filtrate da Piazza Mastai, da diversi mesi il decreto sarebbe su una scrivania del Ministero degli Interni.
Autorevoli fonti rivelano di un cambio di strategia da parte di Giulio Tremonti e dei suoi collaboratori che sarebbero intenzionati ad inserire un nuovo regolamento all’interno della manovra economica correttiva di fine anno. L’anticipazione del Sole 24 è da ritenersi attendibile: non è casuale che lo scoop sia arrivato dopo il vertice tra Confindustria (proprietaria del giornale economico) e AAMS della scorsa settimana.
Il decreto onnicomprensivo del Ministro Tremonti, comprenderebbe diverse norme sul gioco: il Governo Berlusconi punta ad incrementare le entrare ed ha individuato nel gambling il settore giusto per implementare i flussi attivi. Proprio per questo motivo il Ministero dell’Economia sarebbe intenzionato a sbloccare un movimento che - prima del divieto imposto dalla Legge Comunitaria - generava un volume d’affari (più o meno sommerso) di circa 400 milioni di euro, con ricadute occupazionali favorevoli di circa 16.000 posti di lavoro.
Con il nuovo regolamento sul gioco dal vivo, l’Agenzia delle Entrate potrebbe godere di un doppio beneficio: da una parte applicherebbe un prelievo sui volumi giocati e dall’altra incasserebbe l’importo delle nuove concessioni assegnate alle future poker room. Per questo motivo a Roma sarebbero intenzionati a revisionare determinati parametri del testo di legge che, da più di un anno, rimbalza da un ufficio ministeriale ad un altro.
Sotto il profilo formale, c’è ancora da capire se il Ministero dell’Economia vorrà pubblicare il vecchio testo del regolamento attuativo (ancora nelle mani del Ministro Maroni e dei suoi collaboratori) oppure elaborerà un nuovo decreto. D’altronde i punti cardine del primo (ed al momento unico) atto normativo sembrano assolutamente opinabili ed introducono un modello di ‘business’ destinato a fallire ancor prima della sua attuazione, con un’eccessiva pressione fiscale (e con una rake fuori mercato), poco conveniente sia per gli eventuali imprenditori che per i giocatori. Oltretutto con alcuni punti a dir poco discutibili come l’obbligo di investire in locali molto ampi (e quindi costosi), con la prospettiva di margini di profitto bassi, per non dire inesistenti.
E’ quindi più di un’ipotesi quella di dare un colpo di spugna e di elaborare un altro testo: è un’idea che è balenata negli uffici del Ministero ma che, al momento, è ancora da classificarsi solo come un potenziale progetto. Mal che vada, verrà rispolverato il primo testo, con le necessarie modifiche ma mai come questa volta a Roma sembrano intenzionati a procedere. Nella manovra economica correttiva di fine anno, il Ministro Tremonti vuole trovare nuove risorse ed anche il poker live potrebbe essere una buona opportunità per le casse dello Stato.