Uno degli obiettivi del Governo Renzi è sempre stato quello di uniformare la tassazione nei giochi autorizzati ed equipararla al cash game, al betting exchange, ai casinò online e alle scommesse virtuali come prevede la Legge "Comunitaria" del 2009.
Ad esempio, nel poker – al momento – per i tournaments (quindi tornei, Sit e Spin&Go), si applica un prelievo del 3% sul buy-in.

Nel cash game invece l’aliquota del 20% non si applica sulla raccolta, come nei tornei, ma sui margini (rake lorda), come avviene in quasi tutti i paesi esteri (ad eccezione solo della Francia). Vi è insomma una grossa differenza.
Nella precedente Delega Fiscale era previsto di equiparare la tassazione sia nel poker che nelle scommesse, applicando il prelievo solo sugli utili lordi.
La norma (articolo 14), per vari interessi in gioco (in particolare nel betting) è stata messa in un cassetto per quasi un anno.
POKER E TASSE
Con la Legge di Stabilità però il Governo ha presentato un sub-emendamento che ripropone la modifica della tassazione.
Le agenzie, al momento, parlano solo di scommesse ma secondo un’autorevole fonte, come in passato, sarà proposta la modifica anche per il poker online.
Pertanto nei tornei e negli Spin si dovrebbe passare al 20% calcolato sul rake lordo, proprio come nel cash game. La differenza è importante e questo particolare potrebbe indurre parecchie rooms a ridurre drasticamente il rake a carico dei players.
BETTING & BAN SPOT TELEVISIVI
Sarà rivoluzionato anche il betting con un prelievo sui margini del 22% per le scommesse raccolte online e del 18% per quelle piazzate in agenzia.
Per i bookmakers italiani si tratta di un’ottima notizia: essendo tassati sugli utili, potranno meglio bilanciare la gestione del rischio e offrire quote molto più competitive.
Grosse limitazioni invece per la pubblicità in televisione: dalle 7 del mattino fino alle 22 serali, saranno vietati spot televisivi per la promozione del gioco. Inutile dire che l’e-gaming italiano entrerà in un cono d’ombra che sfavorirà in maniera inevitabile la raccolta. Per i consumatori invece vi saranno maggiori difficoltà nel riconoscere l’offerta legale da quella non autorizzata (estera). Saranno esentati da questi obblighi però i canali tematici.