Greg Raymer è da tempo uno dei giocatori professionisti che più si sono battuti negli USA per la legalizzazione del poker online: nonostante non rappresenti più PokerStars, "The Fossil Man" è recentemente intervenuto su Fox News, sostenendo che le uniche vittime di tutta questa situazione siano i giocatori di poker.
Secondo quanto affermato dallo statunitense, "il poker online non è illegale stando alle leggi federali. Lo stato di Washington, da cui tutto è partito, ha una legge al riguardo, ma secondo quanto ho appreso da persone molto più informate di me a livello legislativo, il poker non è illegale neppure sotto questo profilo".
Per Greg, insomma, la questione è un'altra: "Credo si tratti semplicemente di un modo per raccogliere denaro. Immagino che il Dipartimento di Giustizia e l'FBI abbiano investito milioni di dollari e decine di migliaia di ore di lavoro per portare avanti tutto questo. Avrebbero potuto dedicare sforzi simili a chi compie il male nel mondo. In questo caso dov'è la vittima, se non i giocatori che adesso non possono più, per professione o hobby, dedicarsi ad una disciplina che amano?".
Secondo i giocatori statunitensi come Greg Raymer, fra l'altro, la legislazione vigente presenterebbe diverse lacune nella definizione stessa del gioco del poker, che ovviamente per i players è basato prevalentemente sull'abilità differenziandosi quindi dalla roulette, dalle slot machines o quant'altro possa essere definito come un gioco basato sul puro caso.
Questo naturalmente appare piuttosto ovvio a chi giochi regolarmente a Texas Hold'em, ma le parole di Raymer sembrano sottintendere un'altra opinione piuttosto diffusa oltreoceano, ovvero che lo sforzo profuso tanto dall' FBI che dal Dipartimento di Giustizia americano dimostri quanto il governo statunitense non fosse più disposto ad ospitare un mercato tanto ricco limitandosi a ricoprire la parte dello spettatore.