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Jason Koon: “Il mondo del poker non è più per i gambler”

Quando Jason Koon non era ancora qualcuno negli MTT, giocava tornei da dieci dollari mentre ascoltava i Red Hot Chili Peppers, complice un infortunio patito al college che lo inchiodò per un bel po’ di fronte al computer: altri tempi per un altro poker, e chi come lui è ancora in mezzo alla mischia certo è in grado di apprezzare la differenza.

“Ormai non abbiamo più dei tizi al tavolo col cappello da cowboy o che gridano da un tavolo all’altro, ed il NL500 Zoom è più difficile di quanto non lo fosse il $200/$400 – ha dichiarato in un’intervista rilasciata a bluffmagazine.comnon è più un mondo dominato dai gambler, ma di competitori intelligenti“.

Come i giocatori tedeschi che tanto hanno avuto successo in questi ultimi anni, e che per lui vengono spesso visti semplicemente come professionisti di poker vincenti, rischiando così di lasciarsi sfuggire un aspetto tutt’altro che secondario: “Sono tutti bravi ragazzi con l’intenzione di lasciare un segno in questo mondo – sottolinea – quando moriranno, nessuno di loro sarà ricordato come un giocatore di poker“.

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Jason Koon, naturalmente ora alle WSOP (photos courtesy bluffeurope.com)

Questo è un aspetto su cui lo statunitense insiste, per spiegare come chi competa a certi livelli non lo faccia tanto per il denaro in sé, quanto per le possibilità che in futuro quel denaro potrà portare con sé, in funzione di uno scopo più grande e ambizioso che vada oltre l’abbandonarsi alla bella vita.

“So che possa sembrare un’ipocrisia, il ragazzo coi soldi che sostiene i soldi non siano importanti – premette – ma per quanto sia importante avere una certa sicurezza finanziaria alle spalle, di certo non è tutto. Ragazzi come loro vogliono essere più consapevoli di quello che sono e di quale sia il loro scopo, ma troppo spesso si tende a guardare a tutto questo con sguardo miope, pensando semplicemente che sia meraviglioso avere tutti quei soldi”.

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A questo proposito, malgrado Koon sia consapevole che uno stile di vita come il suo gli sarebbe del tutto precluso se non fosse per il denaro, ricorda cosa pensasse quando quei soldi poteva solamente sognarli: “Quando ero povero mi dicevo, se riesco a fare soldi gliela farò vedere io a questi ragazzi. Ma poi mi sono laureato, ho cominciato a guadagnare molto grazie al poker e comunque non mi sono sentito come immaginavo“.

E quindi, che lezione provare a trarre da tutto questo? La risposta che Jason si è dato assomiglia a qualcosa del genere: “Si tratta di trovare un equilibrio. I soldi non saranno mai un problema, nel momento in cui vengono trattati per quello che sono, si sappia perché se ne abbia bisogno e si provi soddisfazione nella propria vita anche per aspetti che esulino dal successo”.

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