La Svezia vanta grandi tradizioni nel poker online, essendo stato uno dei primi paesi europei che ha scoperto il texas hold'em. Il feeling è stato subito forte con il giochino delle due carte: i players nella nazione nordica solo noti per essere aggressivi ai tavoli e per i loro bankroll deep. D'altronde il reddito medio da quelle parti è elevato e nelle stagioni invernali non vi sono molte attrattive.
Eppure i grinder scandinavi hanno poco da gioire. Il mercato non è chiuso, peggio ancora: vi è un'unica compagnia (Svenska Spel) autorizzata, la quale opera in regime di monopolio. Naturalmente, si tratta dell'azienda di stato. Tutto stride con i principi del libero mercato dell'UE.
Non a caso i players sono tartassati da un sistema fiscale vessatorio, soprattutto se giocano nelle poker rooms extra UE (fino a pochi anni fa Full Tilt Poker e PokerStars venivano classificate come tali, prima del loro sbarco a Malta).
Lo scorso novembre, la Commissione Europea ha aperto una procedura d'infrazione per come è regolamentato il mercato in Svezia. Il governo del paese scandinavo ha avuto due mesi di tempo per apportare dei corretti. La situazione però si è aggravata ancor di più per i grinder locali.
Perché? Semplice, il Governo svedese ha avuto la "brillante" idea di restringere il campo a bonus e rakeback. Una strategia che potrebbe apparire ancor più illiberale, ma vi è un motivo molto forte che potrebbe convincere la Commissione Europea a ritirare la procedura d'infrazione.
Nelle intenzioni del Governo, vi è la volontà di dimostrare che le nuove leggi sono finalizzate ad attuare una politica non di espansione fiscale per il Governo (come ad esempio è stato riconosciuto dalla Corte di Giustizia Europea per l’Italia). La normativa restrittiva è finalizzata ad evitare frodi e riciclaggio. In questo modo, il Governo svedese vuole giustificarele restrizioni imposte che vanno a colpire la libera concorrenza, non permettendo alle altre aziende ‘europee’ di operare in territorio scandinavo.
Per i players svedesi si preannunciano tempi ancor più duri ma la Commissione UE difficilmente sposerà tale indirizzo.