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Ahi ahi ahi... son dolori per i grinder svedesi!

william-thorsonLa Svezia vanta grandi tradizioni nel poker online, essendo stato uno dei primi paesi europei che ha  scoperto il texas hold'em. Il feeling è stato subito forte con il giochino delle due carte: i players nella nazione nordica solo noti per essere aggressivi ai tavoli e per i loro bankroll deep. D'altronde il reddito medio da quelle parti è elevato e nelle stagioni invernali non vi sono molte attrattive. 

Eppure i grinder scandinavi hanno poco da gioire. Il mercato non è chiuso, peggio ancora: vi è un'unica compagnia (Svenska Spel) autorizzata, la quale opera in regime di monopolio. Naturalmente, si tratta dell'azienda di stato. Tutto stride con i principi del libero mercato dell'UE. 

Non a caso i players sono tartassati da un sistema fiscale vessatorio, soprattutto se giocano nelle poker rooms extra UE (fino a pochi anni fa Full Tilt Poker e PokerStars venivano classificate come tali, prima del loro sbarco a Malta). 

Lo scorso novembre, la Commissione Europea ha aperto una procedura d'infrazione per come è regolamentato il mercato in Svezia. Il governo del paese scandinavo ha avuto due mesi di tempo per apportare dei corretti. La situazione però si è aggravata ancor di più per i grinder locali.

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Perché? Semplice, il Governo svedese ha avuto la "brillante" idea di restringere il campo a bonus e rakeback. Una strategia che potrebbe apparire ancor più illiberale, ma vi è un motivo molto forte  che potrebbe convincere la Commissione Europea a ritirare la procedura d'infrazione. 

Nelle intenzioni del Governo, vi è la volontà di dimostrare che le nuove leggi sono finalizzate ad attuare una politica non di espansione fiscale per il Governo (come ad esempio è stato riconosciuto dalla Corte di Giustizia Europea per l’Italia). La normativa restrittiva è finalizzata ad evitare frodi e riciclaggio. In questo modo, il Governo svedese vuole giustificarele restrizioni imposte che vanno a colpire la libera concorrenza, non permettendo alle altre aziende ‘europee’ di operare in territorio scandinavo. 

Per i players svedesi si preannunciano tempi ancor più duri ma la Commissione UE difficilmente sposerà tale indirizzo. 

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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