A poche ore dalla vendita ad Amaya, si registrano dichiarazioni importanti in ottica futura, per PokerStars e Full Tilt Poker, da parte delle New Jersey Division of Gaming Enforcement che ha commentato l'operazione in chiave positiva, aprendo - di fatto - le porte degli States alle ex rooms di Rational Group.
David Rebuck, direttore del DGE, ha dichiarato: "La Division è al corrente che Amaya Gaming Group, società autorizzata come service provider per il gioco su internet, sta acquistando le attività di PokerStars. L'integrità e il rispetto della regolamentazione è sempre fondamentale per il DGE e esamineremo tutti gli aspetti di questa acquisizione per garantire la conformità con i nostri standard normativi. Siamo ottimisti alla luce degli ultimi sviluppi e delle opportunità che potrebbe offrire questa operazione per l'industria dell'e-gaming in New Jersey".
Una dichiarazione distensiva senza dubbio ma ancora guardinga. Il messaggio del DGE è chiaro: da una parte vuole prendere tempo ed analizzare la complessa transazione ("esamineremo tutti gli aspetti di questa acquisizione") tra la società canadese e la famiglia Scheinberg e dall'altra dà segnali di apertura interessanti per le due rooms che hanno (quasi) "monopolizzato" il mercato statunitense da fine 2006 fino all'aprile del 2010.
Eppure, se i mercati hanno reagito molto bene, con il titolo di Amaya che è volato in borsa, il partito degli scettici è comunque ancora numeroso.
- Davide acquista Golia?
Un anno fa la compagnia canadese valeva “solo” 700 milioni di dollari e dopo un primo trimestre record nel 2014, è pronta ad acquistare Stars e Tilt per 4,9 miliardi. Bisogna però tener presente che tutte le società messe insieme, nel 2013, hanno registrato utili per 1,3 miliardi e tali cifre rassicurano senza dubbio le banche che hanno finanziato l'affare.
Anche sul prezzo ci sono due correnti di pensiero: nostre fonti confidenziali, sostengono che sia troppo basso, altri invece sono convinti che, allo stato attuale del mercato, la famiglia Scheinberg abbia fatto un grosso affare, considerando la flessione del mercato del poker mondiale.
A giudicare però dagli utili di Rational Group (400 milioni circa nel 2013 di profitti), c'è da riflettere su un fatto: siamo sicuri che il poker online non sia un business così redditizio?
- Borsa
I mercati hanno reagito molto bene: a poche ore dall'accordo, alla Borsa di Toronto, il titolo di Amaya ha registrato un bel +17%, prima della sospensione per eccesso di rialzo.
- Chi finanzia l’affare?
A garantire sulla transazione, un pool di banche: 2,1 miliardi di dollari di credito sono stati coperti da Deutsche Bank AG New York , Barclays Bank PLC e Macquarie Capital (USA) Inc. Altri 800 milioni in prestito in cambio di garanzie specifiche (e sottoscrizione di azioni) sono stati garantiti sempre da Deutsche Bank, Barclays e Macquarie Capital e GSO.
Un altro miliardo e mezzo sarà coperto dall’emissione privata di azioni ordinarie e privilegiate convertibili. E sarà curioso capire chi saranno i futuri azionisti. Il resto sarà pagato in contanti.
- Come verrà sviluppato l’accordo
Una consociata controllata da Amaya pagherà 4,9 miliardi di dollari agli azionisti di Oldford Group (la finanziaria controllata dalla famiglia Scheinberg al 75%), il cui importo sarà soddisfatto con un deposito di 50 milioni di dollari alla sottoscrizione dell’accordo, 4,45 miliardi alla chiusura dell’operazione ed altri 400 milioni entro 30 mesi dalla transazione.
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