A seguito della netta presa di posizione di AgCom nei confronti del divieto della pubblicità, il settore rischia di vivere una situazione di caos, con alcuni siti e concessionari che rispetteranno la legge ed altri che se ne infischieranno delle regole, creando una situazione di forte squilibrio nel mercato.
D'altronde la stessa AGcom ha ammesso che non potrà intervenire nei confronti dei soggetti esteri.
C'è il rischio che diverse società siano discriminate rispetto ad altre, con il rischio per il Governo anche di dover rispondere di azioni di risarcimento danni.
Ed ora cosa succederà? Questa legge è applicabile lo stesso? Lo abbiamo chiesto ad una voce autorevole del settore, quella dell’Avvocato Giulio Coraggio, partner di DLA Piper, legale e consulente di diversi operatori, esperto in materia di e-gaming e di pubblicità.
Per la cronaca, un anno fa, a pochi giorni dalla pubblicazione del Decreto “Dignità”, l’Avvocato aveva espresso le proprie perplessità e riserve dal punto di vista tecnico-legale. Le stesse riserve che sono state sollevate da AgCom (l’autorità chiamata a vigilare sul rispetto della nuova legge) nelle famose 31 pagine contenute nella segnalazione al Governo che rimette tutto in discussione.
In anteprima per Assopoker, l’Avvocato Coraggio esprime la sua opinione sulle posizioni dell’ Autorità per le Garazie nelle Comunicazioni.
Nelle 31 pagine della segnalazione di AGCOM al Governo, vengono messe in evidenza e denunciate forti criticità nell'applicazione della nuova legge sul ban della pubblicità. Criticità che già lei aveva evidenziato un anno fa. L'atto dovrebbe avere valore consultivo, ma quali saranno secondo lei le conseguenze in termini pratici? Si continuerà a fare finta di nulla oppure siamo arrivati finalmente ad una svolta e le incompatibilità con la Costituzione e normativa europea verranno a galla?
La posizione di AgCom di netta contrapposizione rispetto alla compatibilità del divieto di pubblicità previsto dal Decreto Dignità con la libertà di impresa dettata dall’articolo 41 della Costituzione e con le libertà fondamentali previste dalla normativa comunitaria, obbliga il Governo ad un intervento correttivo.
AgCom non potrebbe applicare una normativa che per sua stessa ammissione non è conforme con il quadro normativo.
La soluzione più auspicabile potrebbe essere un’estensione di un anno dell’applicabilità della normativa per dare alle parti coinvolte il tempo di definire una disciplina dettagliata del settore. Disciplina che a mio giudizio esiste già e deriva dagli obblighi previsti dal Decreto Balduzzi e dalla Legge di Stabilità del 2016, specialmente con riferimento al settore del gioco online che, per stessa ammissione di AgCom, è quello maggiormente discriminato da questa normativa.
L'autorità ha mostrato forti perplessità: che idea si è fatto? AgCom sembra quasi impossibilitata nell'applicare la legge. E' una sensazione errata?
La sensazione è del tutto corretta. Del resto, la prevalenza della normativa comunitaria sulla normativa nazionale e la probabile incostituzionalità delle disposizioni sul divieto di pubblicità del gioco previste dal Decreto Dignità non forniscono molte alternative.
Queste criticità denunciate, possono essere un assist per i concessionari a promuovere ricorsi in caso di multe?
Il problema potrebbe essere alla fonte. Se AgCom ha riconosciuto le criticità che rendono la norma incostituzionale e in contrasto con la normativa comunitaria, come potrà emettere delle sanzioni? Ogni sanzione potrebbe essere semplicemente un pretesto per sottoporre la questione alla Corte Costituzionale e rinviarla alla Corte di Giustizia dell’Unione europea.
Se un giudice dovesse leggere le osservazioni legittime di AGCOM, secondo lei potrebbe disporre un rinvio alla Corte di Giustizia Europea?
Assolutamente, un divieto così ampio si pone in netto contrasto con il principio europeo della libera prestazione dei servizi. Come enfatizzato dall’AgCom, il divieto impedisce agli operatori del gioco online di rendere i propri clienti edotti della propria offerta per la quale hanno ottenuto una concessione sui giochi a distanza da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. E il contrasto è ancora più accentuato per i nuovi entranti nel mercato che sono del tutto sconosciuti agli utenti italiani e dovrebbero affrontare enormi difficoltà per diventare competitivi.
E' necessaria anche secondo lei una revisione dell'attuale normativa per la sua applicabilità effettiva?
Decisamente, non è sostenibile che l’attuale divieto trovi applicazione. Farebbe unicamente sorgere delle controversie e il mondo dei giochi in Italia ha già un trascorso di controversie che hanno fatto sorgere condotte distorsive nel settore.