Gli agenti della polizia di Hong Kong (sezione “criminalità organizzata e gravi crimini”) che stanno indagando sul caso, non sono riusciti ancora a identificare Cheung. E' stata però programmata per febbraio l'udienza in tribunale.
Il Wall Street Journal riporta che Cheung Chi Tai è un membro di alto rango di una delle triadi più temute, secondo un rapporto del 1992 sulla criminalità organizzata asiatica, redatto della commissione del Senato degli Stati Uniti.
Per l'agenzia di stampa Reuters, Cheung Chi Tai è il leader della potentissima triade Wo Hop To ed in passato era finito sotto la lente d’ingrandimento delle autorità statunitensi per il suo presunto rapporto d'affari con Las Vegas Sands.
I casinò tremano solo al pensiero delle connessioni d'affari con il boss di Hong Kong.
Questa offensiva giudiziaria nei suoi confronti rientra nella logica della nuova politica anti-corruzione, voluta da Pechino negli ultimi due anni. Per questo motivo diversi junket e affiliati alla mafia cinese sono finiti in manette.
A maggio, un junket molto famoso è scappato, lasciando debiti ai propri finanziatori per 1,3 miliardi di dollari.
In questi mesi sono finiti nel mirino parecchi personaggi di spicco: per esempio Paul Phua e Richard Yong, due agenti molto famosi a Macao e regular del Big Game. A giugno furono arrestati proprio nell'ex colonia portoghese per un giro di scommesse milionario legato ai Mondiali di calcio.
Questa offensiva nei confronti degli junkets mette a repentaglio il business dei casinò di Macao: al momento, i 220 operatori autorizzati hanno garantito i 2/3 delle entrate delle sale da gioco, producendo utili per 30 miliardi, rispetto ai 45 miliardi di dollari totali registrati dalle società di gaming dell'ex colonia portoghese nel 2013.