I principali quotidiani italiani hanno dato risalto alla notizia della presunta maxi evasione di PokerStars e delle accuse della Guardia di Finanza, riportando il comunicato stampa delle Fiamme Gialle.
Diversi telegiornali, in prima serata, hanno rilanciato la notizia, ad iniziare dal TG5 che ha riportato anche le tesi difensive di PokerStars e le parole del suo portavoce, Eric Hollreiser.
Servizio interessante anche quello del TG LA7 che ha intervistato il Tenente Colonnello delle Fiamme Gialle Pasquale Arena. La redazione diretta da Mentana ha senza dubbio fornito informazioni extra molto interessanti che rendono più chiaro - nonostante un grave errore di fondo - il quadro dell'inchiesta.

L'equivoco
I titoli d'apertura del TG di Mentana e, la successiva introduzione della giornalista in studio, prima del lancio del servizio, interpretano in modo distorto il comunicato della Guardia di Finanza, mettendo in risalto un grossolano errore: la redazione del TG LA7 parla di "trasferimento di utili verso l'Isola di Man e l'Isola di Malta, dove il gioco ha un trattamento fiscale di favore".
In realtà, le tasse sul gioco raccolto (3% sul buy-in per Mtt e sit and go e 20% sul profit per cash game e casinò) vengono versate dal 2009 all'Erario italiano e viene tutto registrato dalla piattaforma di Sogei. Da questo punto di vista non c'è possibilità di evasione.
Le tasse sul gioco sono più favorevoli sulle due isole citate, ma in questo caso PokerStars non trae nessun beneficio.
Il problema verte semmai sulla tassazione sugli utili societari e, in questo caso, l'Isola di Man (nel servizio si parla addirittura dell'Isola di Mali...sick) e Malta (con la possibilità anche di accedere al tax refund) offrono regimi fiscali più favorevoli per tutte le compagnie, non solo quelle del gioco.

Parla il colonnello delle Fiamme Gialle
Ma facciamo il punto sull'inchiesta. Il servizio di Gianluca Galeazzi è interessante perché interpella coloro che stanno conducendo le indagini: le Fiamme Gialle. Ed in questo modo abbiamo elementi che ci danno maggiore possibilità di rendere più chiara questa vicenda.
Il tenente colonnello Pasquale Arena rende esplicite le accuse della Guardia di Finanza: "La società italiana (Halfords Media Italy Srl, ndr) avrebbe dovuto fornire esclusivamente assistenza alla clientela, in realtà dall'attività di verifica è emerso come le funzioni esperite andavano ben oltre l'assistenza: dalla gestione del software, alla stipula di contratti con i giocatori, dall'organizzazione di tornei di poker sia online che fisicamente all'interno dei casinò del nostro paese".
L'indagine dura da più di un anno. Dopo che l'Agenzia delle Entrate si è vista annullare il sequestro di un conto bancario per oltre 14 milioni, intestato alla società maltese REEL Italy Ltd (che controlla PokerStars.it), gli agenti della Guardia di Finanza hanno posto le loro attenzioni su una società del gruppo, con sede legale a Roma, la Halfords Media Italy Srl.
Gli inquirenti hanno ascoltato i dipendenti della compagnia italiana, letto le loro mail, controllato la documentazione fiscale, fatto una verifica sui flussi e interrogato i fornitori di servizio del gruppo. Dopo aver raccolto queste prove potenziali, gli inquirenti hanno deciso di denunciare il responsabile del gruppo, l'amministratore unico che è al vertice di tutto. Insomma, la battaglia legale è appena iniziata.

L'opinione dell'Esperto fiscalista
Interessante anche l'opinione dell'esperto fiscalista Sebastiano Cristaldi, intervistato dal collega di GiocoNews, Cesare Antonini: "La società paga le tasse che vengono prelevate dalle giocate. Queste sono imposte che non riguardano però la società che ha una sua fiscalità in base alla reale sede principale. Se la società ha sede in Italia deve sottostare alla tassazione sui redditi prodotti in Italia ed eventualmente anche all'estero.
Per eludere l'imposizione diretta alcune società nel passato hanno in effetti fatto ricorso ai transfer pricing. Per i pagamenti si servono di altri soggetti e di società che possono essere ubicate in altri Paesi. A queste società vengono addebitate spese per il servizio reso. Se queste aziende sono collegate tra loro si tende a far sì che il debito non sia strettamente correlato al servizio reso ma viene appositamente gonfiato.Se un servizio costa 100 io lo pago 200 e in questo modo la somma eccedente vola in società basate all'estero con fiscalità ridotta. In questo modo ho sì aumentato i costi della mia società italiana ma ho diminuito i ricavi e quindi la base imponibile in Italia o nel Paese in cui sto operando".
Cristaldi che ha già ottenuto, in collaborazione con l'avvocato Max Rosa, un'importante sentenza alla Corte di Giustizia, conclude: "Non abbiamo in mano le carte del procedimento ed è impossibile quindi parlare con certezza. Il Fisco accusa ma ora va dimostrato il transfer price che non è sempre facile da individuare anche perché l'ottica dell'Erario e quella del contribuente la vedono sempre in maniera differente. Se la Finanza dimostrerà perfettamente questo modello fiscale allora il soggetto sarà perseguibile. Per ora l'evasione è presunta e si apre naturalmente il contenzioso".