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Il senatore Lauro si scaglia contro il poker live

Il senatore Raffaele Lauro (nella foto), del Partito delle Libertà (PDL), in questi anni si è battuto per imporre una maggiore  trasparenza nel gioco pubblico, in funzione di una più efficace lotta alla criminalità organizzata e al riciclaggio di denaro. Una crociata senza dubbio apprezzabile, considerando l’impegno profuso nella sua attività parlamentare.

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Necessitano però di un minimo di chiarezza le sue recenti dichiarazioni in Senato, sul poker live e sulle slot online (appena introdotte nelle piattaforme italiane autorizzate da AAMS). 

Il suo è un vero e proprio attacco all’Esecutivo guidato dal Premier Mario Monti, esecutore però “quasi inconsapevole” dell’allargamento dell’offerta nel gioco pubblico, avendo solo applicato precedenti leggi (in merito alle slot addirittura la procedura amministrativa era già in atto). 

L’agenzia Agimeg e Jamma riportano le vibranti dichiarazioni di Lauro: “Desidero esprimere tutta la mia sfiducia verso questo Governo. Abbiamo posto il problema dell’ampliamento dell’offerta di giochi online, che stanno provocando una devastazione sociale nel nostro Paese; oggi veniamo a conoscenza del fatto che nel decreto Milleproroghe il Governo si appresta ad aprire 1.000 nuove sale giochi. Siamo alla rovina nazionale: dalle indagini inquirenti, le sale giochi sono diventate anche un luogo di spaccio degli stupefacenti. Questo Governo è stato incoerente con le sue posizioni: parla di sviluppo, mentre alimenta il disastro nazionale, pertanto non merita la fiducia di senatori responsabili”.

giulio-tremontiE’ bene fare chiarezza però su alcuni aspetti: il decreto Milleproroghe al quale si riferisce Lauro è stato approvato otto mesi fa e non è una misura dell' ultima ora.

L’apertura delle “famigerate” mille sale giochi per il poker live non è stata voluta dal Governo Monti, ma bensì da due leggi ordinarie del Parlamento italiano: 

-nel 2009 (la famosa Legge per gli adeguamenti degli obblighi comunitari, n. 88/2009, articolo 24) poi modificata due anni dopo

-la n. 111 del 2011: la nuova regolamentazione è stata prevista nella manovra finanziaria di luglio e voluta dall’ex Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, facente parte del precedente Governo Berlusconi e votata dalla maggioranza con il PDL in prima linea.

L’attuale Governo ha incluso nel Decreto Milleproroghe (approvato ad aprile 2012) il bando di gara, previsto dalla precedente legge 111/2011. Pertanto Monti ha rinviato (già in due occasioni) la gara, prendendo tempo. E ci risulta, contrariamente ai recenti attacchi politici e mediatici, che sia previsto un altro rinvio.

“Il Governo – ha affermato il senatore del PDL - si appresta ad aprire 1.000 nuove sale giochi. Siamo alla rovina nazionale: dalle indagini inquirenti, le sale giochi sono diventate anche un luogo di spaccio degli stupefacenti”.

Generalizzare non è corretto ma proprio in virtù delle denunce del senatore Lauro, sarebbe importante riportare il poker live nell’ambito di un ambiente sano e di una rete legale, controllata da AAMS e dalle autorità italiane.

Aver segregato i circoli, con la già citata legge del 2009 (senza avervi dato attuazione) e la circolare firmata dall’ex Ministro Roberto Maroni, ha portato a risultati disastrosi in ambito di sicurezza pubblica. In molti casi, dove vi erano circoli sani ora vi sono bische, ma questo dato - per fortuna - riguarda sempre una percentuale ristretta del fenomeno.

Farsi condizionare dalla demagogia e non autorizzare le “1.000 sale giochi” significa lasciare il settore all'anarchia, lontano dalla legalità e, in alcuni casi, il business può essere controllato da mani non proprio rassicuranti.

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Meritano di essere chiariti anche gli aspetti sull’allargamento dell’offerta online: il cash game ed i casinò online sono stati previsti dal Governo Berlusconi, nel famoso decreto “Pro Abruzzo”. 

D’altronde si tratta di una manovra volta a riportare nell’ambito della legalità, volumi di gioco che erano assorbiti dai circuiti internazionali. Non corrisponde alla realtà delle cose, pensare che i nostri connazionali prima del 3 dicembre, non giocassero alle slot sul web.

mario-montiChi conosce un minimo le dinamiche del gambling, sa benissimo che gli italiani hanno sempre giocato sulle piattaforme internazionali dot .com (in particolare ai casinò e alle slot online che richiamano il 60% degli appassionati). Sarebbe conveniente tornare al passato, senza controlli efficaci (vedi oscuramento) per impedire l’accesso alla domanda non autorizzata?

Pertanto, ampliare l’offerta legale è solo un modo per trarre vantaggi in ambito fiscale e favorire un migliore controllo in ottica dell’ordine pubblico: in questo modo si possono monitorare maggiormente i flussi di gioco e, volendo, individuare (e bloccare) anche i casi patologici, essendo il gambling online un gioco nominale (rispetto al live), con filtri da non sottovalutare anche per i minori che non possono accedervi.

Giusto quindi non fare demagogia in un clima pre-elettorale già incandescente o forzare determinati concetti solo finalizzati ad attacchi politici mirati.

Le campagne contro l’allargamento del gioco legale che benefici possono portare? Alla comunità pochi, semmai si ottiene l’effetto contrario rispetto a quello voluto, favorendo la criminalità organizzata. 

In tutti i casi, l’attacco al gioco online pare alquanto gratuito, considerando quattro aspetti:

  1. rappresenta solo il 4%* della spesa degli italiani rispetto a tutti gli altri giochi. Non comprendiamo quindi perché non si focalizza maggiormente l’attenzione sul restante 96%? 
  2. Si parla di “devastazione sociale” associandola ai giochi su internet, nonostante l’elevato payout (dal 97% al 98%) con una conseguente spesa minore rispetto a giochi live che, in alcuni casi, arrivano al 50% ad essere generosi. Però sul banco degli imputati c’è sempre l’e-gaming. Come mai?
  3. I due terzi dei players online spende meno di 50 euro al mese. Il 39% spende meno di 25 euro, il 14% tra i 25 e i 50 euro, il 13% chiude in positivo*.
  4. Piaccia o meno internet è il futuro e gli italiani continueranno a giocare sempre di più in rete: consentirgli di farlo in un circuito legale, sempre più controllato e trasparente (e su questo punto concordiamo con il Senatore Lauro) può essere un aspetto positivo (e non negativo) per la comunità.  

*I dati citati sono stati pubblicati dall’Osservatorio sul Gioco online promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano

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Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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