In una recente intervista al quotidiano l’Avvenire, il direttore generale dei Monopoli (AAMS), Luigi Magistro ha previsto tempi lunghi per la regolamentazione del poker live, confermando le nostre anticipazioni (nell'ipotesi migliore la rete sarà avviata nel dicembre 2013).
Ad una precisa domanda sulle mille poker rooms in rampa di lancio ha risposto in modo abbastanza categorico: “Non ci saranno. Ne una ne mille. La legge le prevede fin dal 2009, ma mancano i regolamenti attuativi e poi ci sono una serie di problemi da risolvere. Non credo che ciò avverrà nel giro di pochi mesi e men che meno in tempo per il decreto Milleproroghe”.
Magistro ammette quindi che vi sia un impedimento di natura “amministrativa” con la mancanza della redazione dei regolamenti attuativi, nonostante siano passati oltre tre anni e mezzo. Le parole del direttore generale sono inequivocabili e da piazza Mastai smentisco in maniera categoria le anticipazioni del Senatore Raffaele Lauro che temeva una regolamentazione imminente.
Meglio quindi lo stato attuale? Dopo tre anni sono stati riaperti molti circoli, si gioca in tutta Italia, dalla Valle d’Aosta fino all’estremità sud della Sicilia, senza alcun controllo e con un pericolo soprattutto di ordine pubblico, senza contare i danni collaterali derivanti dal fatto che l’Erario italiano non ci guadagna un euro.
Il direttore di AAMS ammette di certe urgenze nel settore del gioco pubblico, con l’esistenza “di un segmento di illegalità ancora troppo esteso” e questo status quo nel live non può che ampliare e favorire tale offerta, fuori da ogni vincolo.
Il ritardo però sembra essere giustificato: “non è previsto nulla. Immaginare – ribadisce all’Avvenire - di poter offrire da un giorno all’altro un nuovo gioco, nel quale i concorrenti non si misurano con una macchina, ma tra di loro attorno ad un tavolo non è una cosa semplice. Si tratta di una situazione complicata da gestire. Bastano un paio di interrogativi: chi controllerà le giocate? Chi sorveglierà la regolarità delle partite? Fino a quando non saranno trovate risposte precise, non ci saranno sale per il poker live. E non credo che ciò, se mai avverrà, si potrà realizzare nel giro di pochi mesi”.
L’introduzione dell’uso del codice fiscale (o della tessera sanitaria) per partecipare ad un torneo dal vivo, potrebbe essere d’aiuto nelle future rooms live ed anche nelle agenzie scommesse, sale bingo e sale giochi, per evitare la presenza di minori.
Sembra più un problema politico che tecnico (vi è realmente la volontà di disciplinare il settore?): la mancanza di un controllo teorico, non può riguardare solo il poker ma tutti i giochi live. E sappiamo benissimo che i casi più gravi di ludopatie, irregolarità e gioco minorile, non riguardano il texas hold’em ma altri giochi compulsivi, come le slot machines e le Vlt, i numeri lo testimoniano: su 2.600 controlli effettuati in questi giorni, 163 sono stati gli apparecchi sequestrati e 353 le irregolarità contestate, a testimonianza che l'attività di monitoraggio deve essere elevata per tutti i settori del gambling (a prescindere dalla possibilità di un controllo telematico).
D'altronde con il poker lo Stato ci guadagna poco (i margini sono ridotti) ed è un gioco inviso alla maggioranza dell'opinione pubblica che ragiona ancora in base ai vecchi pregiudizi delle vecchie bische e del poker a cinque carte.
Queste considerazioni dimostrano che - almeno al momento - vi è l'esigenza di prendere ulteriore tempo, perché non vi è una reale volontà politica di disciplinare un settore invece a forte rischio che meriterebbe tutte le attenzioni del caso. Con ogni probabilità vi sarà un'ulteriore proroga per passare la "patata bollente" al futuro Governo.
Eppure il DL Balduzzi ha previsto un numero consistente di controlli sul territorio e la Guardia di Finanza e AAMS hanno riportato risultati molto soddisfacenti in questi giorni: come anticipato, su 2.600 esercizi controllati, 118 sono state le persone denunciate e purtroppo si sono riscontrati 58 casi di gioco minorile (23 adolescenti trovati a giocare o scommettere, ed altri 35 presenti in aree non consentite).
In virtù di questi primi risultati, siamo sempre più convinti che l’uso del codice fiscale dovrebbe essere obbligatorio non solo per l’online ma anche per accedere a tutti gli altri giochi live, in modo tale da rendere tutto trasparente e nominale (al fine di individuare i casi più gravi di ludopatia e tenere sotto controllo i flussi, in virtù di una politica più efficace contro il riciclaggio).
Nel commentare poi l’introduzione delle slot online, Magistro preannuncia che “è venuto il momento di una riflessione su di un ulteriore aumento delle tipologie di gioco legale. Ne abbiamo già molte e dobbiamo valutare come renderle più sicure, anche in termini di prevenzione di eventuali patologie connesse al gioco”.
Il Betting Exchange rimarrà nel limbo come il poker live? Il decreto è passato in notifica a Bruxelles ma le recenti dichiarazioni non aiutano a capire quali saranno gli sviluppi. Punti interrogativi anche sulle scommesse su eventi virtuali.
Per contrastare il gioco compulsivo, Magistro preannuncia novità clamorose all’orizzonte, soprattutto nei confronti del gambling su internet: “il gioco online si presta ad interventi più immediati di prevenzione del gioco patologico, rispetto a quello fisico. Penso ad avvisi dissuasivi e, in casi estremi, ove sarà ammesso normativamente, al blocco della possibilità di giocare”.
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