[imagebanner gruppo=pokerstars]L’inchiesta “All in” rischia di naufragare con la Sentenza “Blanco-Fabbretti” della CGE, ma il Governo torna alla carica e bussa di nuovo alla porta dei giocatori di poker italiani intenzionati a partecipare ai tornei all’estero.
L’ultima bozza del decreto legislativo di attuazione della Legge Delega del Governo in materia fiscale (articolo 14) prevede delle novità importanti.
Si tratta del provvedimento che (in teoria) “dovrebbe” riordinare il settore sotto il profilo fiscale. Vi è un riferimento preciso – come svela GiocoNews – alla tassazione delle vincite nei tornei di poker live nello Spazio Economico Europeo.
L’articolo 43 (Imposte sulle vincite nei casinò) di tale provvedimento prevede:"si applica un'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi con le medesime aliquote previste dall'articolo 30, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n.600".
Cristiano Blanco dopo la sentenza a suo favore
A sua volta, l’articolo 30 sancisce che "l'aliquota si fissa nel 20 percento sui premi dei giuochi svolti in occasione di spettacoli radio-televisivi o manifestazioni di qualsiasi genere nei quali i partecipanti si sottopongono a prove basate sull'abilità o sull'alea o su entrambe".
Nasce però un vero e proprio controsenso: la tassazione alla fonte per i casinò italiani applicata è del 10%, come previsto dall’imposta sugli intrattenimenti, ISI.
In questo caso si verificherebbe un chiaro caso di discriminazione e disparità di trattamento che sono stati i principi cardine della recente sentenza “Blanco-Fabbretti” emessa dai giudici europei. Per questo motivo, ci sono buone possibilità che tale norma alla fine non venga applicata. Ma dopo anni di confusione interpretativa, il rischio è concreto di tornare per l’ennesima volta al punto zero.