Il 2012 dovrebbe essere finalmente l’anno della svolta per il poker live italiano con l’attivazione, con quasi quattro anni di ritardo, della rete AAMS prevista dalla “Legge per gli adempimenti degli obblighi comunitari” varata dal Governo nel 2008 ed approvata in Parlamento nel luglio del 2009.
La norma inserita nella manovra di Stabilità finanziaria di luglio, prevedeva un bando per l’assegnazione delle concessioni entro novembre 2011 (tra pochi giorni), ma il termine determinato dal precedente Governo, slitterà di alcune settimane.
Le licenze saranno riconosciute ai soggetti aggiudicatari nel 2012 ed entro 12 mesi saranno attivate le prime sale autorizzate dai Monopoli di Stato. Le future poker rooms saranno collegate in rete con un sistema centralizzato ed è molto probabile che i giocatori dovranno disporre di una tessera magnetica per accedervi. Il regolamento è in via di definizione.
Le card rooms dovranno avere una metratura importante, con a disposizione ampi spazi e molti tavoli. Potrà essere integrata l’offerta con slot e Vlt ma si prospettano ingenti costi di gestione.
Per questo motivo, nelle ultime settimane, le indiscrezioni vanno in un’unica direzione: in una seconda fase le poker rooms potranno offrire anche il cash game, con tutti i limiti e le precauzioni del caso. A fine 2012 saranno attivate le prime sale, la rete entrerà a pieno regime tra il 2013 e il 2014 e in uno step successivo sarà compiuto un ulteriore salto per garantire un futuro agli investitori.
D’altronde la tendenza è quella di uniformare l’offerta dell’online con quella del live. I players sono liberi di giocare cash su internet e sarebbe un controsenso vietargli la medesima possibilità dal vivo. L’importante è attivare e collaudare i controlli con un sistema centralizzato gestito da Sogei e AAMS anche per la rete fisica.
A confermarlo, è il super consulente Giovanni Carboni (di Carboni & Partners) che nell’intervista rilasciata in esclusiva ad Assopoker ha ammesso: “ considero l’introduzione del poker tournament come un primo passo per l’estensione dell’offerta anche al cash. In Italia nel gioco abbiamo sempre fatto le cose per gradi e tutto sommato ha funzionato. È anche in questa prospettiva che ritengo le sale debbano essere piuttosto grandi”.
E’ una conferma autorevole: a piazza Mastai sembrano intenzionati ad andare in questa direzione, a meno che, il nuovo Governo non muti l’indirizzo politico sul gaming live, ma mai come in questo momento l’Erario ha bisogno di nuovi flussi e le sale, potrebbero creare un nuovo indotto importante sia sotto il profilo fiscale che occupazionale. L’Italia è l’unico paese occidentale ad avere solo quattro casinò.
Tutte le capitali europee hanno almeno una sala da gioco, nel nostro paese le grandi città non godono della medesima possibilità che potrebbe favorire soprattutto il turismo. Ed alla fine il risultato è quello di ottenere effetti socialmente distorti ed ancora peggiori: la recente vicenda di Torino, con tre bische (non avevano nulla a che fare con i normali circoli di texas hold’em sportivo) scoperte dalle autorità, è emblematica. E' una visione di mercato cinica ma realistica: legale o non legale, molte persone continueranno a giocare cash live.
D’altronde AAMS ha riconosciuto il cash game online proprio per sottrarre volumi di gioco importanti alla concorrenza dei siti esteri e le intenzioni sono quelle di mettere in atto la medesima operazione nel live, onde disincentivare il gioco nella rete privata parallela che non ha alcun riconoscimento legale e offre scarse garanzie per i giocatori. Inoltre c’è la consapevolezza che con i tornei ed i sit-and-go, le grandi sale difficilmente potranno rientrare degli investimenti iniziali: i margini sono esigui. Per questo motivo, in una seconda fase, i players potranno - con ogni probabilità - giocare anche cash game live fuori dai casinò.
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