Il poker live non autorizzato sta diventando un vero e proprio problema di ordine pubblico a livello mondiale: la recente inchiesta negli Stati Uniti è solo la punta dell'iceberg. La Procura di New York ha messo alla luce un giro di affari milionari con partite private high stakes gestite dalla mafia russa (che poi si appoggiava per lo più a banche cipriote).
Di sicuro, il fenomeno dei circoli illegali è un problema non solo italiano. Anche nei "tranquilli" paesi scandinavi, le partite live, non ufficiali, sono oggetto di un'aspra contesa giudiziaria.
Il fatto che non siano ben definiti i confini tra legalità ed illegalità, in Norvegia ha favorito episodi preoccupanti di micro criminalità: un circolo di Oslo è stato preso da assalto la scorsa settimana, con il lancio di una molotov all'interno del locale (per fortuna il bilancio è di nessun ferito). I sospetti sono caduti sulla malavita locale che sta cercando di controllare tutta una rete di circoli, essendo il mercato non regolamentato.
In un altro paese nordico, la Danimarca, le cose non vanno meglio: giovedì notte il club 'The Cellar' di Copenaghen è stato visitato dalla polizia e dagli agenti del fisco. Si stava svolgendo un torneo che prevedeva un buy-in di 1.500 corone danesi, circa 201 euro. Le autorità hanno sequestrato 80.000 corone (pari a 10.730 euro) e denunciato un numero rilevante di giocatori. Vecchia storia, proprio come in Italia.
Nelle altre nazioni europee l'aria non è diversa: in Germania si può giocare solo nei casinò e vi è tolleranza zero per i club privati, molto diffusi sul territorio (per lo più si giocano tornei low stakes). Stessa musica in Francia.
In Austria invece si è fatto un passo indietro: fino al 2009 il poker live era regolamentato ma da quel momento sono scattati i divieti, divenuti effettivi solo nel gennaio 2013. E la polizia austriaca in questi mesi non ha scherzato con diversi blitz e sequestri. Non sembra che vi sia la volontà da parte dei Governi europei di voler disciplinare il settore, con gravi danni per l’ordine pubblico e l’Erario. La situazione più paradossale è però la nostra: la regolamentazione è stata prevista dalle leggi del 2009 e del 2011 ma non è stata data attuazione ed il caos è sempre imperante.