I giocatori di cash game francesi sono costretti a pagare un conto molto salato ed è interessante capire, nei nuovi mercati regolamentati statunitensi, quanto i players americani versano alle rooms. La scorsa settimana abbiamo pubblicato le aliquote fiscali stato per stato ma vediamo, nel dettaglio, il livello di rake media negli USA.
Il Nevada, rispetto ad altri mercati, ha una pressione relativamente bassa (6,75% sul rake lordo) e già da questo dato è comprensibile capire quanto sia conveniente: c’è però un grosso problema di liquidità. Come noto, possono farlo solo i giocatori “geolocalizzati” entro i confini dello stato.
WSOP.com applica un 5% di rake con un cap di 3 dollari nel NL100. Ultimate Poker trattiene un 4,5% nella maggior parte dei giochi No Limit e applica un’aliquota del 4% per tutti i Limit.
In New Jersey, nonostante un’aliquota fiscale più alta (15% come in Gran Bretagna ma inferiore a Francia e Italia) la rake media è del 5,5%.
Grazie al rake più basso, le rooms destinano budget marketing minori per i grinder (tra rake back, Vip System e altri bonus) rispetto ai mercati europei, ma i benefici sono per tutti.
Negli States sono convinti che una maggiore pressione fiscale, disincentiva anche i finanziamenti per lo sviluppo di nuovi prodotti ed è un freno al miglioramento dell’offerta delle piattaforme esistenti.
Più le aliquote fiscali sono elevate e maggiore è lo spazio per le rooms offshore, problema avvertito più che mai negli States in questo momento, a causa della presenza ingombrante di Bodog, Merge e Winning, network che possono vantare liquidità maggiore, rispetto ai siti autorizzati.
IL RAKE E LE TASSE NEL POKER ONLINE FRANCESE