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I conti di PokerStars e degli altri leader nel 2018: perché il poker online mondiale è in salute

Guardi i dati del mercato italiano e pensi che il nostro amato giochino, il poker online, sia caduto in una crisi profonda di popolarità, ma non è proprio così fuori dai nostri confini, in particolare per PokerStars e gli altri big del mercato mondiale.

Nel nostro paese, pensiamo solo alla spesa nel cash game con l’ennesimo scivolone a febbraio (-16,5% rispetto al 2018) che dà continuità al bilancio negativo di gennaio (-10%).

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Rafi Ashkenazi, CEO di The Stars Group

Nel 2018, il cash game tricolore aveva segnato un -6,8%, un risultato che doveva suonare come un campanello d’allarme per tutti, in particolare per le rooms più piccole che vedranno presto la propria action evaporare senza la liquidità condivisa con Francia, Spagna e Portogallo. Il trend di mercato parla chiaro: in Italia si è perso 1 milione di euro tra gennaio e febbraio.

Lo ripeteremo all’infinito: il poker non sono come i casinò online, la liquidità è determinante se si va sotto una certa soglia i giocatori sono costretti a spostarsi .

In realtà, il poker mondiale non è moribondo, la liquidità è ottima e te ne accorgi leggendo con attenzione i dati annuali dei principali operatori, in particolare i due big del mercato: The Stars Group e GVC.

Già i dati dei mercati regolamentati di Francia e Spagna indicano un discreto stato di salute del poker. I dati globali delle principali rooms lo confermano.

The Stars Group

Il fatturato per il poker online nel 2018 di The Stars Group (la mamma di PokerStars e Full Tilt) è cresciuto a $886,6 milioni con un aumento dell’1,1% che indica una stabilità verso l’alto per il leader mondiale.

Il dato importante è che nonostante la crescita verticale di Party, PokerStars ha revenues ancora 5,5 volte più grandi della diretta concorrente secondo PokerIndustryPro.

Il poker rappresenta ancora il 61,6% delle entrate annuali del gruppo nel 2018: il texas hold’em e i suoi fratelli rimangono ancora un importante business per l’azienda e soprattutto un modo per acquisire clienti a basso costo.

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Naturalmente il fatturato nel poker potrebbe avere un potenziale maggiore ma il cross over/cross selling è da una parte un freno per la crescita organica del giochino ma al tempo stesso è un’importante fonte di ricavi (ed utili) per l’azienda.

Il poker quindi ha una doppia funzione per The Stars Group: da una parte rappresenta business diretto e dall’altra un metodo di acquisizione a basso costo (rispetto a mercati iper concorrenziali e costosi come il betting ed i casinò).

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I ricavi del gruppo nei casinò (in Italia è diventato il primo operatore) e nelle scommesse sportive sono aumentati di quasi quattro volte rispetto al 2015. Le revenues dei casinò sono passate da $136 milioni (12,7% del fatturato di TSG) a $507 milioni (35,3% delle entrate complessive) negli ultimi 3 anni.

Rafi Ashkenazi, CEO di The Stars Group, ha rilasciato una dichiarazione ripresa da PokerNews che pone l’accento sul fatto che l’aumento delle revenues del casinò e delle scommesse sportive hanno un “costo” sulla crescita dei ricavi derivanti dal poker. “Come previsto il nostro successo nel casinò ha avuto un inevitabile impatto sul poker, con i nostri clienti che stanno spendendo di più nelle scommesse e nel casinò”.

In ogni caso il poker online rimane per PokerStars un canale di acquisizione importante e stabile nei ricavi diretti.

GVC: quando il poker cresce del 42% su base annuale

Ma se il poker online rimane stabile nei ricavi per TSG, i dati di GVC (che controlla Partypoker) dimostrano il potenziale della crescita del gioco soprattutto se si avvale della liquidità internazionale: nel 2018 le revenues della poker room sono aumentate del 42%. Gli investimenti sono stati ben ripagati.

Kenneth Alexander, CEO di GVC, secondo colosso mondiale del poker online

In un momento nel quale casinò e scommesse crescono molto più in fretta rispetto al poker, la room inglese dimostra il contrario. Lo conferma Kenneth Alexander, CEO di GVC Holdings: “i ricavi nel poker sono cresciuti del 42% nel 2018. E nei primi mesi del 2019 sono aumentati del 38%”. Dati che fanno a cazzotti con il trend in Italia.

PartyPoker è ritornata ad essere la seconda room mondiale grazie ad investimenti importanti ma soprattutto una politica volta alla valorizzazione del giochino come ai vecchi tempi, anche attraverso strumenti marketing tradizionali. Tom Waters e Rob Yong (proprietario del casinò inglese Dusk Till Dawn) stanno dimostrando di conoscere molto bene la materia e, alla fine, le vecchie formule funzionano sempre.

Secondo PokerIndustryPro, i ricavi del poker online superano i $137 milioni nel 2018 rispetto ai $98 milioni del 2017.

E così chi dà il poker per morto (o lo vuole morto), è servito…

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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