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Daniel Negreanu

Daniel Negreanu a tutto campo: “players vincenti ed haters nel poker”

Quando un personaggio che si è fatto strada in qualsiasi comparto della nostra società fa una dichiarazione, scrive un articolo, o compare in tv, crea sempre un buon numero di reazioni di differente colore l’una dall’altra, figuriamoci in un momento storico come questo dove ogni piccolo bisbiglio viene trasformato dalle casse di risonanza social, in un vero e proprio uragano. È una sensazione che prova spesso Daniel Negreanu sempre incline a rendere pubbliche le proprie idee senza dover passare per la revisione o il tagliando di filtri che neutralizzino il fine ultimo del significato stesso delle sue parole.

Daniel Negreanu
Il sempre istrionico Daniel Negreanu

Vestire i panni di personaggio pubblico e fare una dichiarazione che va sui social al giorno d’oggi, significa prendersi anche la briga di rispondere a chi ti fa notare che determinate idee o prese di posizione non siano del tutto corrette. 

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È esattamente quello che è successo a Negreanu in occasione di un tweet da lui pubblicato, nel quale provava a descrivere alcuni tratti a suo dire negativi, che contraddistinguono un giocatore di poker e che non regalano un’immagine positiva all’intero movimento. 

Nick Jones, co-founder di importanti realtà pokeristiche come ad esempio “Pokerfuse”, ha fatto notare a “KidPoker” che proprio dichiarazioni come quelle espresse nel suo tweet regalano linfa agli stessi tratti negativi stigmatizzati dal canadese ed è proprio a causa di quelle dichiarazioni che si rischia di passare per “hater” o “complainer”.

Nel blog che tiene su fullcontactpoker.com,  Negreanu riconosce a Jones il pieno diritto di cittadinanza delle sue obiezioni e corregge il tiro a suo modo cancellando completamente il tweet in questione, seppur puntualizzandone alcune definizioni. 

Tra gli atteggiamenti negativi che secondo KidPoker non regalano un buon servizio al movimento, Negreanu aveva inserito la categoria dei “Nit”, descritti nel blog non solo come semplici giocatori “tight”, anche in Italia consideriamo “Nitty” lo stile di un giocatore che non ama invischiarsi in tante mani, ma presenta anche caratteristiche di antipatia che va oltre la strategia adottata al tavolo. Il termine Nit può anche essere tradotto letteralmente come “pidocchio” o ancora “pignolo”.

Daniel dopo l’uscita all’11° poto al Main Event WSOP 2015

Negreanu, nel suo blog, spiega che nel tweet non voleva additare negativamente lo stile di un giocatore chiuso, “ognuno gioca come meglio crede” e solo perché non gioca tante mani non significa che debba risultare antipatico o che dia un messaggio negativo, se sei timido per natura è ok, ma se riesci a ridere per una battuta al tavolo tanto meglio, se qualcuno ti coinvolge in una discussione, prova ad essere amichevole, c’è solo da guadagnarci. 

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Nel tweet della discordia, Negreanu ha inserito nella categoria dei personaggi “negativi” i giocatori vincenti, ma anche qui ha cercato di spiegare cosa intendesse lui per inserire tale tipologia in quel modo. 

Negreanu fa l’esempio della partita privata a casa di amici all’inizio della quale manca improvvisamente un giocatore: chi sceglieremo di chiamare tra il super perdente “Larry”  e il super vincente “Bill”?
Nove volte su 10 Larry riceverà la telefonata, chiamare il vincente non è mai una grande idea. 

Secondo Negreanu, allargando il discorso alle case da gioco e alle partite High Stakes, questo meccanismo porterà ad escludere da quelle partite il giocatore super skillato, mal visto dal tavolo a meno che egli non “acquisti” il diritto di partecipare a quella partita, ad esempio portando al tavolo un giocatore meno bravo su cui tutti possano “rifarsi” del valore sottratto dalla presenza del giocatore vincente. Per questo motivo, Negreanu dice che gioco forza le partite private dal Buy In molto elevato, prenderanno sempre maggior piede a scapito di quelle “aperte” nei Casinò di tutto il mondo. 

Subito dopo Negreanu torna su una delle sue battaglie storiche, il Clock nei tornei live e fa l’esempio di una mano nella quale un giocatore rilancia e noi dal BB chiamiamo, il flop è KK3 rainbow e noi ci mettiamo in check-call.
Il turn è un 2 e noi a quel punto ci prendiamo 15-20 secondi prima di checkare. Ecco, questo atteggiamento fa veramente male alla partita secondo Kid Poker, non ci sono praticamente possibilità che da BB si possa fare azione dopo aver semplicemente chiamato al flop su una texture di quel tipo e soprattutto dopo un “2” atterrato sul turn. 

Fatta questa lunga premessa, Negreanu dedica la parte finale del suo discorso all’intenzione di far capire a tutti che non ha problemi con coloro che non siano d’accordo con le sue idee, siano essi pronti ad argomentare e crescere, siano essi semplici “hater” che attaccano le sue parole con secondi fini. 

Per questo motivo chiude con una massima che auspica un ritorno al “contesto le tue idee” piuttosto che continuare ad aggrovigliarsi sulla stucchevole spirale del “ti odio” che non porta a nulla, meglio essere aperti a discussioni civili che attaccare a prescindere il personaggio. 

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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