Le lunghe notti di Kiev ci regalano storie inedite che hanno fatto da cornice al Russian Poker Tour, il nuovo circuito che sta attirando sempre più giocatori italiani. Il Rus Hotel sarà la location designata per questo tipo di eventi ed è già in programma il Gran Final nell’ultima settimana di marzo.
Jackson Genovesi è stato uno dei protagonisti sfortunati dell’ultima tappa ma è riuscito a chiudere la trasferta con un bilancio positivo. Nel day 1 il suo torneo stava andando a gonfie vele, poi una mano maledetta lo ha frenato. Il giorno dopo ha avuto la possibilità di ritornare in corsa per la vittoria ma due scoppi l’hanno affondato. Jackson ci ha raggiunto in postazione e sfogato l’amarezza per ‘occasione persa: “avevo un buon edge su un field più scarso rispetto ai tornei italiani”.
La sera è iniziato il suo show ai tavoli di cash game: si è scaldato con una sessione di Omaha contro tre players locali ed una volta rimasto solo è stato contattato da un facoltoso uomo russo che ricordava – nei modi di fare - Teddy KGB, mitico personaggio del film Rounders, interpretato da John Malkovich (nella foto in basso).
Jackson è stato invitato a partecipare ad una sfida heads-up 5€/10€ NLHE/Omaha dealer’s choice (il giocatore sul bottone sceglie la variante). Gli accordi di partenza erano i seguenti: stack massimo 3.000 euro, giocando senza rake ma con la possibilità di affittare il tavolo, pagando 25 euro ogni mezz’ora. Si è obbligati a rimanere seduti per novanta minuti.
Il “Teddy KGB” di Kiev ha il suo seguito di “fedeli” in sala ed è accompagnato da due uomini un po’ ingombranti che decidono di posizionarsi – quasi in modo un intimidatorio - ai fianchi di Jackson: uno a destra e l’altro a sinistra, mettendo in difficoltà il pro romano: “per guardare le carte facevo una grande fatica… non era una situazione comoda la mia”. I tre al tavolo parlano e si consultano ad ogni mano, ma nonostante i vari trucchetti, Genovesi manda broke il russo dopo solo mezz’ora.
L’avversario però non ci sta a perdere e decide di ricaricare 4.000 euro. Jackson lo avvisa che gli accordi iniziali erano diversi: massimo si poteva giocare con uno stack di 3.000 ma le proteste del portacolori di Glaming sono vane… Il russo decide di fare di testa sua. Andiamo avanti ma l’aria al tavolo si fa sempre più tesa. Nel frattempo, un’addetta alla sala si presta come traduttrice perché il ricco russo non proferisce una parola d’inglese.
Jackson continua a vincere, l’avversario non ci sta e lo persuade a continuare a giocare anche ben oltre il limite di tempo. Il romano accetta la sfida con coraggio fino al colpo di grazia: l’avversario ha due assi in mano ma lui floppa nuts e con 3-5 si vede servito 2-4-6. Riesce a farsi strapagare fino al river ed alla fine dei conti incassa un pot da 6.000 euro.
In poche parole, a fine sessione chiude con un attivo di 12.000 euro circa in tasca ma la situazione era già tesa prima dell’ultima mano.
Per questo motivo alcuni amici italiani presenti nella poker room (anche alcuni pro famosi), decidono di andare a salutare Jackson e scherzare con i russi per stemperare un po’ la tensione.
La missione diplomatica ha successo e il pro romano promette all’avversario una bella rivincita il giorno dopo.
Riparte la sfida, Jackson gioca tranquillo e guarda caso il rivale riesce a vincere 2.000 euro.
Il russo si alza bello soddisfatto di aver salvato l'onore e battuto uno dei giocatori più forti presenti al Russian Poker Tour e così vanno tutti a casa felici e contenti.
Per una sintesi e tutte le curiosità del torneo, puoi consultare il nostro blog live.