Se negli Stati Uniti è vietato giocare a poker online, il "merito" è soprattutto di Sheldon Adelson, businessman miliardario a capo del Las Vegas Sands, gruppo che detiene, tra gli altri, anche il noto casinò The Venetian. Da qualche anno, Adelson ha scelto di contrastare il poker e il gambling online in maniera molto pesante, facendo valere anche le sue forti amicizie politiche. La motivazione? Secondo l'imprenditore 82enne giocare su internet non è sicuro.
Adelson ha più volte ripetuto che la sua lotta al poker online è spinta dalla motivazione di tenere le famiglie americane lontane dal "peccato", di volere evitatare che ogni cittadino possa avere un casinò in tasca. "Su internet non puoi dire chi è minorenne. Su internet non puoi dire chi gioca in maniera responsabile", ha dichiarato a Bloomberg l'imprenditore americano in una recente intervista. "Dove c'è la possibilità di controllare, dobbiamo controllare. Nel casinò posso farlo. Qua non sono ammessi i minorenni".

Partendo da queste dichiarazioni, l'appassionato di poker Tim James ha prodotto un mini documentario nel quale mostra tutta l'ipocrisia di Sheldon Adelson: nei 9 minuti di video si possono osservare due minorenni dentro il Venetian, impegnati a giocare d'azzardo e a bere alcolici come se nulla fosse. Ovviamente si tratta di due complici che ha ingaggiato per produrre il documentario, entrambi 19enni e quindi di età inferiore ai 21 anni richiesti per entrare nei casinò americani.
Alla ragazza viene fornita una carta d'identità falsa, che mostra diverse volte agli impiegati senza destare il minimo sospetto; al ragazzo non viene dato alcun documento e nessuno dei dipendenti gli chiede una prova della sua maggiore età. Entrambi giocano per diverso tempo, tra slot machine, dadi, blackjack e poker. A entrambi vengono portati drink ad alto contenuto alcolico al tavolo, altro aspetto assolutamente illegale per due minorenni.
L'obiettivo di James è quello di dimostrare quanto sia falsa la credenza secondo la quale le attività legate al gambling su internet siano pericolose mentre dal vivo sia tutto assolutamente controllato e regolato. Per affondare il colpo, il regista di questo documentario chiede alla ragazza diciannovenne di provare a registrarsi sulla poker room delle WSOP: lei fa cinque tentativi, inserendo sia i dati della carta di identità fals, sia quelli veri, ma in nessun caso ottiene l'ok dal sito.

"Un minorenne può entrare nel tuo casinò e giocare d'azzardo, ma non può nemmeno registrarsi su WSOP.com. La tua teoria secondo la quale i ragazzini sono al sicuro nel tuo casinò ma non online è stata appena provata come assolutamente falsa", fa notare Tim James.
Come se questo non bastasse, il regista mostra uno stralcio dell'intervista ad Adelson di Bloomberg nella quale il businessman dice: "Perché non legalizziamo la prostituzione allora? Perché non legalizziamo la dipendenza dalle droghe? Tanto avviene dappertutto. Dove possiamo controllare, dobbiamo controllare". Partendo da questa dichiarazione, si reca personalmente al Venetian con una telecamera nascota e dopo pochi minuti viene avvicinato da una prostituta.

Questo documentario, quindi, denuncia tutte le falle nella mentalità antiquata e ipocrita di Sheldon Adelson, il nemico numero uno del poker online negli Stati Uniti. nel giro di pochi giorni ha già totalizzato 30.000 visualizzazioni e Tim James ha ricevuto messaggi di stima incondizionata da parte di moltissimi giocatori di poker, anche se ora alcuni temono che dovrà affrontare dei guai legali per aver introdotto due minorenni in un casinò. Ricordiamo che il gioco minorile è assolutamente vietato anche in Italia: si tratta di un reato gravissimo che non va tollerato in alcun modo.
Questo il mini documentario di Tim James su Sheldon Adelson: