Più di una volta avete trovato su questo portale notizie di Maria Konnikova, personaggio istrionico dalle mille sfaccettature, con una mente davvero interessante che molto spesso ha attirato le attenzioni del movimento pokeristico internazionale.
Già autrice di best-seller e collaboratrice del New York Times, l’Ambasciatrice di PokerStars è tornata per la terza volta nel Principato di Monaco e Jack Stanton l’ha intervistata per PokerStarsBlog, in occasione dell’imminente uscita del suo nuovo, attesissimo libro, The Biggest Bluff.
In questo Articolo:
L'intervista
Eccone un estratto delle sue risposte.
"La mia ultima esperienza all’EPT di Montecarlo non è stata onestamente delle migliori sotto il punto di vista dei risultati, ma fantastica per Monte Carlo in sè.
L'ultimo viaggio a Monaco
Ho “sbollato” praticamente tutto quello che ho giocato, compreso il Main Event dove sono arrivata a 14 left dai premi.
Non ho fatto grandi errori, ho perso dei Coin Flip importanti e poi sono uscita con una coppia di 7 contro una di 8.
Tra qualche settimana vado a Las Vegas per le WSOP e rimarrò quasi tutta l’estate, ma fino al primo giugno, mi prenderò del tempo per scrivere delle parti significative del nuovo libro.
Tra il PCA di gennaio e oggi non ho giocato granché, ho pensato a scrivere e così sarà per le prossime tre settimane".
Scrivere e giocare
PSB: è facile giocare e scrivere?
"Quando finirò il libro, raggiungerò un migliore equilibrio per la mia vita.
Scrivere dei pezzi è meno complicato, essi non hanno bisogno di una full-immersion di concentrazione come quella che richiede un libro".
PSB: Il poker farà sempre parte della tua vita?
"Questo è uno dei temi che tratto nella stesura, il poker mi ha insegnato a non dare mai nulla per scontato.
Tutto quello che devi fare è prendere la decisione corretta con le informazioni che hai, per poi aggiustarle a seconda di quello che succede.
Studio e sfida personale
Prendo il poker come una sfida e sento soprattutto che esso stesso mi stia sfidando. C’è ancora molto che questo gioco può darmi e non capisco perchè dovrei smettere se continuo a divertirmi".
PSB: Quali sono i tuoi metodi di studio della disciplina?
"Come studio il gioco? Beh, per quanto riguarda il Live amo molto gli streaming dei tavoli finali. Spesso guardo e riguardo le mani per capire il motivo per cui i giocatori più forti del mondo facciano certe mosse.
Allo stesso modo cerco di sviscerare gli errori dei giocatori meno esperti".
PSB: è cambiato qualcosa del tuo rapporto col tuo mentore, Erik Seidel?
"Con lui, rispetto a prima, recensisco le mani che gioco, prima lui mi insegnava, ora ne discutiamo.
Adesso allarghiamo il discorso, prendiamo in esame le opzioni che avrei potuto utilizzare, quali possano essere le azioni che ognuna di esse avrebbe potuto scaturire.
Ci confrontiamo, non è più un continuo “cosa avrei dovuto fare qui?”. Qualche volta anche lui è abbastanza insicuro sul da farsi e questo mi incoraggia, significa che non c’è sempre una via univoca da prendere".
Seidel e Galfond
PSB: Ci sono altri giocatori coi quali ti confronti?
"A parte Erik, Phil Galfond è la persona con la quale mi raffronto più spesso.
Mi sorprende ogni volta che mi risponde. Se gli scrivo un messaggio o una mail in cui gli preannuncio “Ehy… ho uno spot di cui discutere”, non tarderà a mandarmi una mail di risposta di più paragrafi che assomiglia ad un’opera d’arte.
È un uomo che ama tantissimo il poker. Sono molto fortunata perché Phil ed Erik sono due persone che lontano dal tavolo verde hanno un milione di interessi.
Sono uomini a tutto tondo e hanno una passione per il poker che va oltre le conoscenze tecniche.
Per loro il poker è una sfida intellettuale.