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Pius Heinz: "Vi racconto l'heads-up del Main Event!"

Pius Heinz ha vissuto delle WSOP memorabiliPius Heinz è, lo si voglia o meno, l'uomo dell'anno per quanto riguarda il poker, così come ormai accade a ciascun vincitore del Main Event WSOP: il giocatore tedesco, che prima delle World Series stava considerando l'idea di cambiare vita, ha conosciuto al termine di un heads-up infinito contro Martin Staszko quello che di certo rimarrà il suo trionfo più importante, sebbene lui si auguri non sia l'unico...

Dopo sei mesi di badrun vissuta nel poker online, Heinz aveva deciso: se non succede qualcosa di grosso a Las Vegas mollo tutto, ricomincio a studiare e gioco solo di tanto in tanto. Il destino però aveva qualcosa di inimmaginabile in serbo per lui, ed ha avuto modo di scoprirlo ben presto.

Prima di vincere il Main Event WSOP era infatti arrivato al tavolo finale di un evento di No Limit Hold'em da 1.500 dollari, traguardo che era servito ad aumentare la sua sicurezza: "Si è trattato di un tavolo finale duro, con molti giovani grinder - ricorda di ritorno dal trionfo del Rio - e quando mi sono accorto di poter lottare con loro la mia fiducia si è rafforzata".

Evidentemente non basta la consapevolezza dei propri mezzi per arrivare a giocarsi un braccialetto WSOP, figuriamoci poi quello più ambito al mondo, ma quando accade come approcciarsi all'heads-up più importante della propria vita?

"La strategia di Staszko di limpare spesso da bottone mi ha messo in difficoltà - confessa ora Heinz - era un'ottima contromossa rispetto al mio stile, continuavo a non avere mai una mano decente e credo che Martin sapesse quel che stava facendo. Ho cercato di isolarmi da tutto, dimenticandomi per quanto possibile le aspettative che gli altri hanno su di te, perché sei un November Nine...".

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Pius Heinz durante il tavolo final del Main EventA seguirlo a pochi metri la famiglia, gli amici e un paio di ospiti decisamente particolari: Daniel Cates e Mike McDonald. "Ci conosciamo da tempo, è stato fantastico che fossero lì. Durante le pause parlavo brevemente con loro delle mani e mi incoraggiavano, è stato importante".

E da un punto di vista psicologico, anche lo streaming in differita ha avuto il suo peso, visto che grazie alle carte esposte Pius era in grado di sapere cosa l'altro avesse avuto nei piatti importanti: "E' stato bello rendersi conto che in tutte le situazioni importante avesse effettivamente una mano. Questo mi ha spronato a non mollare, significava non che stesse giocando meglio di me ma che le carte gli fossero più favorevoli in quel momento".

Un heads-up di sei ore non si scorda certo facilmente, specie se si finisce col vincerlo, specie se è il Main Event WSOP: "Una volta che mi sono reso conto di aver vinto, ricordo solo di essermi lanciato verso questa selva di braccia e mani che hanno cominciato a stringermi fin quasi a soffocarmi. Credo di aver in qualche modo sognato di vivere quel momento, ma senza mai pensarci davvero, ero piuttosto concentrato nel fare del mio meglio e partire da lì...".

Adesso che ha vinto oltre otto milioni di dollari ed è un pro di PokerStars, l'idea di dire addio al poker è evidentemente l'ultimo dei suoi pensieri: "In futuro credo che giocherò numerosi EPT, cercando di vincere anche uno di quelli...". E se l'appetito vien mangiando, se neppure il Main Event WSOP può saziarlo viene da chiedersi cosa possa mai riuscirci...

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