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Rosario Sgammato racconta il Guatemala: "Loro poveri e felici, per noi la felicità è come la varianza"

Lo abbiamo seguito con discrezione, nel suo viaggio verso una terra lontana e disastrata con l'unico scopo di mettersi a disposizione degli ultimi, dando voce a chi non ce l'ha perchè le storie di povertà non interessano a nessuno.

Oggi chiudiamo il cerchio, mantenendo fino in fondo la promessa fatta a suo tempo a Rosario Sgammato, player-filantropo che ha trascorso un mese in Guatemala come volontario, in un progetto mirato soprattutto alla cura dei bambini ma non solo, come avevamo già avuto modo di raccontarvi.

Rosario con uno dei suoi piccoli amici guatemaltechi
Rosario con uno dei suoi piccoli amici guatemaltechi

Tornato nella sua Napoli da qualche settimana ormai, abbiamo chiesto a Rosario di raccontarci cosa rimane di una esperienza del genere. Ecco cosa ci ha risposto:

"Le conclusioni sono semplicemente che è davvero bello aiutare gli altri e, come già immaginavo, io sono stato aiutato molto di più. Ho preso infinitamente di più, rispetto a quanto ho dato.

Se vuoi sapere se ho visto bambini morire, si li ho visti. Se vuoi sapere se ho vissuto qualcosa di pericoloso, sì quasi tutti i giorni. Da quando ero appena arrivato ed ho visto dei ragazzi "giocare" a colpi di machete, ai due terremoti nella notte, durati pochi secondi ma in cui tremava tutto, dai Narcos, alle strade che percorrevamo ogni giorno col pick up, sgommando a 2000 mt di altezza a strapiombo senza una protezione con una nebbia incredibile e frane continue. Però io ti posso assicurare che al netto delle cose più crude e dure, ne è valsa assolutamente la pena.

Tornando a casa ho capito che la felicità può risiedere anche nello scaricare il wc e non dover andare di notte a riempire il secchio dal pozzo. Insomma, nelle piccole cose. Ma soprattutto nel condividere anche quel poco che hai con l'altro. I guatemaltechi sono stupendi per questo e l'ho vissuto ogni giorno. Non ho mai ricevuto un sorriso di circostanza o avuto una chiacchierata fatta solo di convenevoli con una persona che va di corsa, anche nei negozi, dove non sei considerato un cliente che deve sganciare il denaro ed andare via veloce. Ho apprezzato, attraverso il loro entusiasmo e la loro passione, la natura e la madre terra.

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Per tutte queste cose posso affermare che, al di là dei casi gravi, sono senza dubbio più felici di noi e questa per me è la più grande rivincita delle persone povere ed umili. La felicità è un concetto "bastardo" e la maggior parte delle volte questa società consumistica, globalizzata e capitalistica, ci vende target di felicità già preconfezionati, ma si tratta solo di qualcosa di apparente ed evanescente.

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Se compariamo la felicità con il reddito essa segue la stessa curva gaussiana della nostra odiata varianza. Allora poniamoci quantomeno due domande.

Che ne sarà di quest'esperienza? Voglio alzare il tiro. A Gennaio vado in Nigeria nell'ex Biafra, a Luglio in Congo e poi una volta a settimana farò qualcosa pure nella mia Napoli. Voglio andare a Scampia, nella Sanità, dagli ultimi. Voglio avere un occhio nel microscopio per apprezzare le piccole cose e l'altro nel telescopio per contemplare l'universo. Sono cittadino del mondo e lo voglio conoscere e per quanto assurdo possa sembrare, specie in questi giorni, voglio credere un po' di più negli esseri umani."

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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