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Tom Dwan “testimonial” del nuovo sito di coaching dell’ex re di Macao Paul “MalACEsia” Phua

Paul Phua, dopo la fuga da Macao e il suo arresto a Las Vegas (a causa di un “giro” di scommesse clandestino) aveva fatto perdere le sue tracce, ma da pochi giorni ha deciso di ritornare in vetrina e lanciare un nuovo sito di coaching. Per promuovere la sua scuola di poker, il  businessman malese ha pubblicato tutta una serie di video su Youtube con Tom Dwan.

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In questa nuova avventura, non poteva mancare il suo amico durrrr che negli ultimi anni si è trasferito a Manila con il suo mentore e tutta la carovana del Big Game asiatico.

Il ruolo di Tom Dwan

Dwan nell’operazione di lancio del sito ha un ruolo centrale, d’altronde i suoi legami con l’uomo d’affari asiatico sono profondi: Phua gli ha spalancato le porte del Big Game prima a Macao e poi nelle Filippine, ma soprattutto l’ha sempre finanziato, nonostante il doppio arresto nell’ex colonia portoghese e poi in Nevada. E se ora Dwan continua a prendere parte alle partite più ricche del mondo è proprio grazie al malese.

L’ex re di Macao

Phua è stato uno degli junkets più ricchi ed in vista di Macao, conteso da tutti i casinò americani presenti in Asia: ha lavorato per conto di Sheldon Adelson e Steve Wynn ma a seguito delle rigorose politiche anti corruzione volute dal Governo di Pechino è finito in disgrazia ed è fuggito a Las Vegas dagli amici Dwan e Ivey. Ma il soggiorno al Caesars Palace è culminato con un clamoroso arresto. Le autorità americane hanno mosso nei suoi confronti accuse molto gravi.

Ambasciator porta…. polemiche

Grazie alla difesa dell’avvocato di Ivey, Phua è riuscito a lasciare gli States e, per un vizio procedurale, è stato capace di far cadere tutti i capi d’accusa nei suoi confronti. Sono scoppiate, due anni fa, polemiche infinite per la sua nomina ad ambasciatore per San Marino.

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La leggenda: tra spionaggio e triadi

Su Puha si narrano mille leggende. Per il Governo malese rimane un uomo importante per il proprio paese. Due anni fa, il ministro dell’Interno Ahmad Zahid Hamidi ha testimoniato in favore del potentissimo imprenditore di fronte all’FBI, facendo ben presente che Phua non ha alcuna implicazione con la temutissima Triade 14k, vero elemento su cui i federali volevano approfondire le indagini.

“Al fine di aiutare sia il vostro dipartimento che il team legale del signor Phua, vi informiamo che in base alle nostre informazioni, il signor Phua non è un membro della Triade 14k, nè vi è associato in alcun modo. Anzi, secondo i dati in nostro possesso, il signor Phua ha aiutato il governo malese in numerose occasioni nel campo della sicurezza nazionale, pertanto siamo impazienti di riaverlo in Malesia il prima possibile“. Da qui è nata l’ipotesi (mai confermata) che Puha fosse di fatto un uomo dei servizi di informazione malese. In tutti i casi, rimane un businessman brillante che possiede uno dei bookmaker più importanti nel mondo.

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“MalACEsia”: il fish delle 4-bet facili negli high stakes

Ed ora spunta questa nuova avventura nel poker coaching con Tom Dwan e Phil Ivey a sostenerlo, nonostante il suo curriculum pokeristico, almeno online, non sia stato dei migliori. Su Full Tilt “MalACEsia” (il suo nick) non faceva rima con skills: era noto per le sue 4-bet pazze negli high stakes che gli costarono la bellezza di 4,5 milioni di dollari.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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