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Dario Sammartino: l’uomo giusto, al posto giusto, nel momento sbagliato

Come te nessuno mai

In un mondo normale, ci staremmo preparando alla vetrina più incredibile mai esistita per il poker nostrano. Avete presente cosa successe 9 anni fa con Filippo Candio? Il sardo è un personaggio molto particolare e cavalcò benissimo quel momento dorato, sicuramente meglio di Federico Butteroni 5 anni più tardi. Più in generale, tuttavia, il sardo è un personaggio più “divisivo” e che buca meno lo schermo, in confronto a Dario Sammartino.

Il testimonial ideale per qualcosa che non si può dire

Il napoletano avrebbe davvero tutto per diventare il testimonial ideale, un passepartout per il poker nel mondo reale: forte, bello, brillante, telegenico, spigliato, Dario andrebbe bene per un range molto ampio di contenuti televisivi e multimediali, da Uomini e Donne fino agli Autogol. Eppure, anche se dovesse succedere quello che tutti ci auguriamo ma che non ci azzardiamo a menzionare, difficilmente accadrebbe nulla di tutto ciò.

Viviamo un’epoca strana, in cui dobbiamo persino aver paura di dire che il più forte giocatore italiano è vicinissimo al successo più importante al mondo, per un pokerista: l’evento principale dei campionati del mondo. Viviamo in un’epoca in cui la componente di abilità, pur se scientificamente provata nel Texas Hold’em, deve essere appena bisbigliata per non incorrere nell’accusa di istigazione al gioco d’azzardo.

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Dario Sammartino ha avuto culo

Questo che avete appena letto sarebbe il titolo ideale, per l’Italia di oggi in cui il livore e l’invidia sono diventati sentimenti non solo da non nascondere, ma persino da sbandierare. Chiaramente in un torneo di poker ci vuole una robusta componente di fortuna, per arrivare tra i primi tre in un evento da oltre 8000 iscritti. Tuttavia chi ha assistito anche a una mezzoretta di streaming con Dario Sammartino impegnato nelle fasi finali del WSOP 2019 Main Event, non può non aver notato alcuni particolari.

  • L’atteggiamento al tavolo
    Dario Sammartino è ormai un eroe consumato. Dove il 99,9% di noi avrebbe la tremarella al solo sedersi, lui al final table del Main Event sembra a casa sua. Non che non sia emozionato, perché lo è moltissimo, ma la capacità di dissimulare i propri stati d’animo è un innegabile talento che Sammartino possiede ai massimi livelli al pari di un’altra qualità indispensabile nel poker live: l’intelligenza emotiva.
  • Non spreca una chip
    In quante occasioni avete pensato “Qui io le avrei messe tutte e avrei perso”? Dario si è dimostrato maestro assoluto di una situazione particolarmente cruciale, nel poker da torneo: la fase in cui si hanno tra i 15 e i 25 big blinds. Una fase in cui si hanno ancora margini ma bisogna essere come dei chirurghi: ogni mossa sbagliata rischia di costarci la vita (nel torneo).
  • Il mindset
    Ecco, prendete la mano del conteggio sbagliato delle chips da parte della dealer. Alcuni hanno accusato Dario Sammartino di aver fatto una sceneggiata, ma la verità è che la stragrande maggioranza di noi avrebbe reagito con un estremo vittimismo, o tiltando e uscendo dal torneo per poi parlare settimane intere con i muri. Lui no, si è rapidamente ricomposto, ha resettato tutto ed ha ripreso a giocare come se niente fosse.
  • La poker face
    Durante questi giorni di streaming ci sono stati milioni di commenti sui social, da parte di appassionati di tutto il mondo. Uno di questi diceva “Non vorrei mai che qualcuno mi guardasse come Dario Sammartino ti scruta dopo che gli hai puntato al river”. Come dargli torto?
  • La beneficenza
    La targhetta “Reg” richiama alla onlus fondata da Liv Boeree, Philipp Gruissem ed altri top player amici di Dario e Mustapha Kanit. Una organizzazione caritatevole di giocatori che si auto-tassano i profitti da poker per finanziare cause umanitarie. Dario ha deciso di dar loro visibilità nel momento clou della propria carriera. (Clicca qui per maggiori info)
  • L’eleganza
    Da buon viveur, amante della bella vita e delle cose belle, Dario Sammartino non ha mancato di mostrarsi all’altezza della situazione anche da un punto di vista estetico. Al tavolo finale eccolo in smoking nero, camicia bianca (o nera) e occhiale tattico. Numero 1.
Dario in smoking

Dario highlander: al tavolo da oltre 80 ore

Questi, e molti altri, sono elementi a supporto di una valutazione di eccellenza. Forse mai prima di oggi avevamo potuto assistere a una performance così completa e matura, da parte di un giocatore di poker italiano. Una performance che, vale la pena ricordarlo, è anche una vera e propria maratona. Dario Sammartino è in corsa da 9 giorni ed è stato al tavolo per oltre 80 ore, quasi 5000 minuti. Sempre lì, a prendere qualche decisione strategicamente adeguata al contesto. Sempre lì, a soppesare la giusta decisione per quell’avversario in un tempo ristretto. E stanotte sarà ancora lì, dove nessun italiano è mai arrivato in cinquant’anni di storia delle World Series Of Poker. Ma ha avuto culo, non dimenticatelo.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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