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Simon Brandstrom, trionfo umile all'EPT Barcellona: "Czuczor ha giocato meglio, ma le carte sono state con me"

Brandstrom e la vecchia scuola svedese che torna in auge

Dopo il primo boom del poker, c'è stato un tempo in cui gli svedesi - e più in generale gli scandinavi - erano considerati dei veri e propri mostri del No Limit Hold'em. Tra i primi ad applicare una marcata aggressività al gioco, soprattutto preflop, hanno rappresentato una sorta di scuola vincente per diversi anni. Forse non è un caso che svedese sia stato il primo vincitore di un EPT Main Event, Alexander Stevic. Forse non è un caso che anche l'ultimo Main Event EPT, quello concluso pochissime ore fa a Barcellona per un record assoluto di iscritti (1988), sia finito nelle mani di uno svedese. Nella fattispecie Simon Brandstrom che, quasi 6 anni dopo Robin Ylitalo (campione a Londra 2013) diventa l'11° svedese ad alzare la picca più importante del circuito EPT.

Final table a due velocità

Un'ora scarsa per arrivare da 6 a 2 giocatori, altre cinque per arrivare a un vincitore, nonostante l'heads up partisse con un deal praticamente alla pari. La fotografia del final table EPT Barcellona Main Event 2019 è tutta qui.

La sagra inizia proprio alla prima mano, quando il magiaro Marton Czuczor elimina il cinese Yunye Lu, con cui era finito allin su un flop J alta con due carte a fiori. L'asiatico aveva KJoff mentre Czuczor, che partiva come secondo chipleader e aveva a 2 , trovava una fiori sul river a mettere da subito le cose bene per lui.

Quasi un'orbita più avanti, è sempre il nativo di Budapest a consolidare la sua leadership andando a eliminare il lusitano Giovani Torre, dominato sin dal preflop KJ vs AK e nessuna sorpresa dal board. Czuczor si ripete poco dopo con il brasiliano Diego Falcone, stavolta con un coinflip preflop: Falcone trova una Q sul flop a far compagnia ai suoi AQ, ma il turn è un 8 che regala un set a Czuczor e i suoi 88, lasciando il rivale drawing dead.

Sousinha ci prova, ma il deal si fa senza di lui

Restano così in gioco i tre player sicuramente più esperti: Marton Czuczor, Simon Brandstrom e Rui Sousa, noto online come "sousinha23". Quest'ultimo è leggermente indietro rispetto agli altri due, ma i tre si siedono comunque davanti a un computer insieme ad un floorman, per cercare un accordo monetario che tuttavia non viene trovato. Così si riprende ma per Sousa non arrivano buone nuove.

Il portoghese prima si accorcia ulteriormente per mano di Brandstrom, quindi cade sempre contro lo svedese. Simon apre con j j e Sousa difende il suo big blind con 8 10. Su un flop 4 8 3 si consuma il resto dell'azione, che vede Sousinha check-raisare e poi chiamare il push di Brandstrom, seppure senza troppa convinzione. Infatti il lusitano si scopre dietro e né turn, né river gli danno una mano. Abbiamo così un heads up dopo un'ora abbondante dall'inizio del final table:

  • Marton Czuczor 31.625.000
  • Simon Brandstrom 28.000.000
Marton Czuczor, sembrava quasi fatta ma...

Heads up durissimo, nonostante il deal

Stavolta il deal tra i due è veloce, perché i giocatori si accordano per un accordo secondo le chips che consegna 1,25 milioni all'ungherese e 1,12 milioni allo svedese, con 77.460€ che rimangono da assegnare insieme alla picca.  Czuczor sembra potere avere la meglio, poiché l'heads up inizia con Marton che incrementa costantemente il suo stack fino ad arrivare a un vantaggio di quasi 4 a 1: 47 milioni contro appena 12. Brandstrom però è giocatore troppo esperto per lasciarsi abbattere, e d'altra parte nella giornata precedente era sceso sotto i 10 big blinds con 15 giocatori rimasti, per poi chiudere il day 5 da chipleader del tavolo finale.

Lo scandinavo inizia un lento recupero in un match che, visto il deal stabilito, forse pochi si attendevano così duro e incerto. Serve un vero e proprio cooler per rompere gli equilibri e infatti è ciò che si verifica.

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Il cooler che cambia tutto

Czuczor apre a 900.000 con 6 3 , Brandstrom difende il proprio big blind con k 3 . I problemi per Czuczor iniziano sul flop k 3 3 , che gli consegna un trips con l'avversario che però floppa un simpatico full e si limita al check-call, sulla continuation bet a 700.000 dell'ungherese.
I problemi di Czuczor diventano insormontabili quando al turn scende il 6 . Ignaro del suo destino, il magiaro alza la posta e punta 1.7 milioni. Per Brandstrom, ancora una volta, il più facile dei check-call.
Il river è un 10 che è totalmente inutile, anche se i giocatori non possono saperlo. Stavolta la tattica di Simon non è più il check-call ma il check-shove per quasi 18 milioni totali. Marton Czuczor ne ha poco meno e li mette tutti in mezzo, scoprendo però l'amara verità.

Il colpo porta Brandstrom avanti per 43 milioni a 16, ma soprattutto sposta nettamente l'inerzia della partita. Czuczor si accorcia e scende fino a meno di 9 milioni, quando i due decidono che è giunto il momento di metterle tutte dentro: KQ per Marton, 66 per Simon. Il board 9-7-2-A-5 è quando di più liscio si possa immaginare e il torneo finisce qui.

"Marton ha giocato davvero molto bene mentre io non ho dato il meglio, ma le carte sono state dalla mia parte." Quando un giocatore vince un EPT, lo si applaude. Quando rilascia una dichiarazione del genere subito dopo aver vinto, ci si toglie il cappello.

Simon Brandstrom festeggia con due amici svedesi. Quello alla vostra sinistra è Alexander Ivarsson, a sua volta 10° nello stesso torneo.

Il payout del final table

  1. Simon Brandstrom Sweden €1,290,166*
  2. Marton Czuczor Hungary €1,253,234*
  3. Rui Sousa Portugal €607,400
  4. Diego Falcone Brazil €436,760
  5. Giovani Torre Portugal €364,660
  6. Yunye Lu China €295,520

* deal

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"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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