Nella seconda parte della sua intervista con AssoPoker, Ryan Fee ci parla del suo successo al LAPT nel 2008, della decisione di scrivere la sua guida sul cash game nonché del progresso della sua carriera e di quali siano i suoi obiettivi futuri.
Noi tutti conosciamo la tua guida sul cash game online, così come la tua vittoria nel LAPT di San José nel 2008, ma che cosa ti ha spinto nel mondo del poker?
"Ho iniziato alla fine del 2006, durante delle vacanze scolastiche. Avevo sempre giocato ai videogames, e all'inizio ho cominciato senza avere idea di cosa stessi facendo. Mi alzavo presto al mattino per poter giocare una sessione di un'ora prima di andare a scuola, leggevo 2+2 e continuavo a grindare, dedicandogli praticamente tutto il mio tempo libero nel 2007.
Ho cominciato dal NL25 con qualcosa come 200 dollari, e dopo un anno stavo giocando il NL400 con circa 20.000 $ di bankroll. Nel 2008 ho cominciato l'università cercando di conciliarla con il poker, ma non ci sono riuscito. Ero molto pigro e inoltre mi interessava guadagnare denaro col poker, quindi ho interrotto gli studi dopo il primo semestre: ripensandoci adesso è un peccato, ma allora era probabilmente la scelta più logica. Decisi di fare ciò che volevo, ovvero giocare a poker per tutto il giorno dedicandogli ogni mia energia.
In novembre feci un viaggio in Costa Rica con degli amici: inizialmente ci volevo andare per fare surf, e invece mi ritrovai a giocare il LAPT. La sera prima mi ubriacai in modo pazzesco ad una festa, al punto che misi in mano a una mia amica i soldi e il mio passaporto per iscrivermi, visto che io non ero in grado di farlo.
Il torneo andò subito molto bene e fui chipleader dall'inizio, tanto da vincerlo. Di tutto quello che avrei potuto fare nella mia vita, non avrei mai creduto di vincere un torneo simile tanto presto, e invece ci sono riuscito subito. Nel 2008 ho avuto molta fortuna e le cose non avrebbero potuto andare meglio di così. Adesso gioco qualsiasi partita fino al $50/$100, prima a Las Vegas ed adesso in Thailandia da un paio d'anni, viaggiando e giocando qua e là soprattutto heads-up".
In Italia il cash game arriverà nei prossimi mesi. Perché suggeriresti ai giocatori di dedicarsi a questa specialità piuttosto che ai sit&go o ai tornei?
"Quando ho iniziato non ero capace di distinguere tutto questo, per me era semplicemente poker. Ripensandoci sono felice di aver scelto il cash game, concede molta libertà, inoltre i tornei sanno essere molto più frustranti: forse sono più adatti per chi gioca solo per divertirsi un po' ".
Perché hai deciso di scrivere la guida che poi ti ha reso famoso?
"E' passato molto tempo. Le community del poker online adesso sono molto cambiate: credo di essere stato uno degli ultimi esponenti di una generazione che viveva di informazioni sul gioco molto limitate e difficili da recuperare. Era normale scambiarsi conoscenze, vivevamo una sorta di underground, ed ho speso molto tempo per i forum a cercare di mettere insieme una strategia di base. Quando mi sono sentito in grado di farlo, quindi, scrivere una guida di base è stato come un modo per restituire agli altri quello che mi avevano dato. Ero passato dal non avere niente a vincere alcune migliaia di dollari, che allora per me erano tutto il denaro del mondo".
Adesso i giocatori non sembrano molto concordi nel condividere gratuitamente quello che hanno appreso sul gioco. Credi che scrivere adesso una guida come la tua sarebbe ancora una buona idea?
"Adesso non credo lo farei: ora parlo di poker soltanto con alcuni amici, non scrivo più nei forum e non ho mai fatto video di strategia per alcun sito. Allora era diverso, il mio nome non era molto conosciuto e in definitiva scrivendo quella guida non stavo perdendo molto e c'era molta più incertezza su cosa fosse giusto o sbagliato. Ora che gioco a limiti più alti e il tutto si è evoluto, condividere certe informazioni avrebbe effetti devastanti per me. Sono comunque felice di aver aiutato molte persone".
Credi che adesso, visto che il gioco è cambiato, per essere vincenti servano skills differenti rispetto al passato?
"Non credo siano cambiate, penso siano tre i fattori necessari. Il primo è la predisposizione innata verso il gioco, mentre il secondo è la fortuna, che è sempre sottostimata anche in relazione a coloro che sono considerati i migliori al mondo. Infine ci sono alcuni giocatori che capiscono prima di altri cosa sia meglio fare in certe situazioni, arrivano prima degli altri a certe conclusioni e quindi per loro il successo è una conseguenza".
Infine, volevo chiederti se hai degli obiettivi legati al poker che vuoi raggiungere prima di poter pensare di dedicarti ad altro...
"Ne ho certamente alcuni, e se qualcuno è legato al denaro guadagnato non è così per la maggioranza di questi. Mi piace ancora giocare, e vorrei diventare uno dei migliori giocatori al mondo nel cash game heads-up No Limit Hold'em, ed è quello che sto cercando di fare".
E che ci riesca o meno - l'obiettivo di certo è ambizioso - nel mondo del poker di Ryan Fee sentiremo parlare anche in futuro...
Piero "Pierelfo" Pelosi