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Daniel Negreanu Blog: cos’è meglio per il poker

Riflettendo su cosa sia meglio per il poker in generale, Daniel Negreanu ci racconta dal suo blog personale dei necessari compromessi a cui bisogna scendere per far sì che il gioco possa crescere ancora di più in popolarità.

“Ancor prima che il gioco diventasse popolare in televisione, ho sempre detto la mia su quelli che pensavo fossero i problemi da risolvere nell’interesse del poker. In tal senso, la cosa più difficile da fare per le persone è separare quello che è meglio per loro da ciò che è preferibile per il gioco nel suo complesso. Per quel che mi riguarda ho sempre lottato per questa cosa, e posso anche darvene degli esempi.

Gli eventi WSOP con re-buy: da una prospettiva puramente statistica, i re-buy mi permettono più facilmente di andare deep in un torneo. Poichè vincere denaro non è per me l’obiettivo prioritario, ma lo è invece quello di rimanere negli annali dell’evento, questi tornei consentono a persone come me, oppure Phil Ivey, o chiunque altro abbia capitale sufficiente per re-buy quasi infiniti, di avere più possibilità di vittoria. Di conseguenza, anche se amo questo genere di tornei, non ho mai creduto che fosse giusto averli nel campionato di poker più importante del mondo dove i braccialetti d’oro dovrebbe andare ai più bravi.

WSOP Player’s Championship: ho avuto l’idea per questa cosa e l’ho sottoposta a Jeffrey Pollack (ex commissario delle World Series of Poker, ndt). Come forse saprete, le specialità in cui vado meglio sono tutte quelle limit, ma quando si è trattato di mettere a punto il torneo ho subito pensato che al final table si dovesse giocare il No Limit Texas Hold’em. Volevo creare un evento molto prestigioso che potesse premiare i giocatori più completi tecnicamente, ma allo stesso tempo soddisfare anche gli spettatori della ESPN, a cui in fin dei conti  piace guardarsi soltanto un po’ di sano Hold'em. Di certo lo Stud Hi/Lo non funziona in televisione.

Alcuni personaggi del mondo del poker si sono però lamentati che il tavolo finale fosse di No Limit, perchè stavano pensando soltanto ai loro interessi e non a cosa fosse meglio per il torneo. Il risultato è che fu deciso di giocare HORSE e gli ascolti scesero terribilmente. La ESPN intervenne subito chiedendo di tornare al vecchio format, ma ci fu grande resistenza da parte di molti a cui non importava niente se la TV riprendesse o meno l’evento. La cosa però si è ripercossa sulle iscrizioni, e c’è stato un calo di partecipanti del 33%. Fortunatamente ora la cosa è stata risistemata, e quest’anno il Player’s Championship batterà ogni record. Io dico che i giocatori saranno oltre 148.

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Poker in televisione: quando si pensa a come risolvere un problema, è meglio partire dallo scenario peggiore e trovare le soluzioni che possano evitare che ciò si manifesti. Per far sì che il poker continui a crescere, il gioco in televisione deve rimanere interessante. Ecco perchè sono contro l’uso degli occhiali da sole e tutto il resto.

Prendiamo ad esempio il Big Game di PokerStars e facciamo l’ipotesi che tutti gli invitati al tavolo decidano che per loro è meglio indossare guanti, giaccone, una sciarpa che copra la bocca, gli occhiali scuri ed una felpa con cappuccio. Pensate a 6 giocatori conciati in questo modo, e con soltanto il naso visibile: potrebbe apparire alquanto stupido, giusto? Eppure il regolamento lo permette; ognuno di loro può decidere di spazzare via in un solo colpo tutto l’aspetto fisico e sociale del gioco. Se accadesse davvero una cosa del genere, pensate che qualcuno guarderebbe ancora il poker in TV? Ecco allora che nonostante i giocatori abbiano il pieno diritto d’indossare tutta quella roba, nell’interesse del poker televisivo conviene non farlo.

Al grande pubblico piace osservare le “poker face” dei giocatori, ma se noi le copriamo si perde tutta la magia. Cerchiamo di conservare allora le caratteristiche emozionali ed umane che tanto piacciono alle persone.”

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