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Il poker e le Iene: e ora cosa pensano 3 milioni di italiani?

giovanni-carboniGiovedì sera, il programma ”Le Iene Show” è stato visto quasi da 3 milioni di telespettatori (2,8 per l'esattezza, con uno share del 12,7%) secondo i dati Auditel; uno dei servizi che ha fatto più discutere è stato quello sul poker online.

I giocatori più esperti hanno capito fin dal primo sguardo che si trattava di una “bufala" in piena regola (il flop con sole due carte, più tutte le altre forzature elencate nei precedenti articoli) ma il resto degli spettatori? Che idea si sono fatti 3 milioni di italiani sul gioco online?

All’inizio del servizio si fa una doverosa distinzione tra rooms.it (con concessione dei Monopoli) e gli altri operatori, ma solo i giocatori professionisti e gli esperti possono capire certe sfumature. Il messaggio finale che è arrivato al telespettatore medio è negativo a 360°, inutile illudersi. E’ stato fatto un processo mediatico al poker, senza prove credibili e con una testimonianza che ha lasciato molto a desiderare, davanti a milioni di curiosi...

Sul difficile rapporto tra gioco e televisione e sulle recenti polemiche da parte dell’opinione pubblica sul cash game e sul presunto ruolo dello Stato “biscazziere”, abbiamo chiesto un parere, all’esperto consulente AAMS, Giovanni Carboni, della Carboni & Partners: “il servizio mette in tutti i casi in evidenza l'importanza del ruolo di AAMS: in questi anni i Monopoli non hanno introdotto nuovi giochi ma hanno solo cercato di canalizzarli in circuiti legali, garantendo maggiore tutela ai players”.  

Lo Stato non ha inventato nulla ma ha solo cercato di recuperare flussi di denaro che gli italiani spendevano all’estero: in questo modo i nostri concittadini possono divertirsi su internet alla luce del sole, con le tutele del caso.

“La questione delle sale live è in parte analoga, dal momento che vi è necessità di garantire sicurezza e maggiori certezze ai giocatori”. Carboni si riferisce alle poker rooms che dovrebbero essere inaugurate entro il 2012, sempre sotto il controllo di AAMS, visto che il settore è da quattro anni è in attesa di una disciplina.

La vicenda delle Iene è l’ennesimo attacco alla credibilità di un settore che dà occupazione a migliaia di persone e che genera risorse per l’Erario, senza considerare che gli italiani su internet spendono solo il 4% rispetto a tutti gli altri giochi (slot etc.). Forse è proprio in quella direzione che bisognerebbe aprire gli occhi. Ma il poker sembra un po’ lo specchietto per le allodole.

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Apprezziamo lo sforzo delle “Iene” di voler sensibilizzare l’opinione pubblica in tema di sicurezza su internet, un obiettivo comune a tutti noi, però non è stata fatta la giusta chiarezza e sarebbe doveroso puntualizzare certi aspetti. 

Le società concessionarie versano a Mediaset (e ad altre televisioni commerciali) milioni di euro in pubblicità e dovrebbero avere garantito un diritto di replica o almeno la possibilità di spiegare bene quali sono i canoni di sicurezza nel nostro paese, rispetto al caso descritto nella puntata di giovedì scorso. 

Considerando gli attacchi quasi quotidiani, in futuro gli operatori potrebbero fare fronte comune, unirsi in un’associazione, per difendersi nei salotti televisivi e non solo. Sarebbe prioritario diffondere un’informazione corretta e in grado di sconfiggere certi pregiudizi, contribuendo in questo modo ad una maggiore tutela ed educazione per i giocatori.

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Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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