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Il poker online rimane un tabù per il New Jersey e gli USA

obama-pokerGli Stati Uniti continuano ad essere il paese delle mille contraddizioni: nonostante sia il primo mercato al mondo, il gambling su internet non è ancora stato regolamentato.  L’ultimo episodio negativo è avvenuto nello stato del New Jersey, dove era in agenda l’approvazione della prima legge per il riconoscimento del gioco online. Però, come un fulmine a ciel sereno, è arrivato il veto del governatore Chris Christie sul disegno di legge a firma del senatore Raymond Lesniak.

Quella negli USA è una battaglia politica (e non solo) che potrebbe influenzare le strategie e gli investimenti di tutta l’industria mondiale dell’e-gaming dei prossimi cinque anni. Nonostante il presidente Barack Obama sia un appassionato giocatore, per i politici statunitensi il gioco online rimane un tabù ancora da sfatare. Contrari non sono solo i conservatori Repubblicani ma vi è una netta spaccatura anche nel partito Democratico. Ma siamo sicuri che sia solo una questione etica per i politici di Capitol Hill? Gli interessi in gioco sono notevoli, se solo pensiamo ai fatturati miliardari dei casinò del New Jersey e del Nevada, con Atlantic City in declino al pari di Las Vegas.

A far pensare sono le parole del governatore Chris Christie che ha giustificato l’utilizzo del suo diritto di veto: “Vi era una palese incompatibilità con il mio impegno per il rilancio del turismo e delle industrie del gioco di Atlantic City”.  Secondo le ultime indiscrezioni si potrebbe arrivare ad un compromesso: il governatore ha lasciato una porta aperta per le scommesse sportive online che non andrebbero a danneggiare l’indotto delle sale da gioco. In futuro potrebbero essere rilasciate licenze solo per i bookmakers.

atlantic-cityIl poker online rimane quindi prigioniero della potente lobby dei casinò terrestri a stelle e strisce. Fino ad ora tutti i progetti di legge presentati a Washington sono finiti nel dimenticatoio: da quello più credibile di Barney Frank, al recentissimo disegno di Harry Reid. Al momento le speranze da parte delle major sono affidate nelle mani del senatore John Campbell.

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L’unica normativa entrata in vigore negli ultimi anni (riguarda solo indirettamente il settore) è la famigerata UIGEA, approvata negli ultimi giorni dell’amministrazione Bush che ha voluto ostacolare le transazioni finanziarie verso le poker room ed i casinò online offshore. Una serie di norme che hanno solo rallentato la crescita dell’industria dell’e-gaming. Le multinazionali del gioco sono riuscite, con vari escamotage, a conservare le loro quote di mercato, aggirando i divieti del Governo. La difficoltà sta però nel conquistare nuovi utenti. La gestione dei conti non è semplice con l’FBI sempre più attiva nei controlli. Per questo la Poker Player Alliance (PPA), insieme a PokerStars e Full Tilt Poker, sta facendo pressioni in seno al  Congresso per legalizzare il poker nei cinquanta stati.

Il veto del governatore del New Jersey ha provocato reazioni contrastanti nella PPA. Il presidente dell’associazione dei giocatori, Alfonse D’Amato, per 16 anni senatore a Washington, è molto scettico: “Crediamo fermamente che le licenze e la regolamentazione del poker online sia il modo migliore per tutelare i consumatori e proteggere la libertà in rete degli americani. In questo modo si verrebbero a generare anche risorse importanti per l’erario. Però bisogna tenere conto della natura senza confini di internet. Per questo riteniamo che tutti questi interessi sarebbero meglio tutelati da una legislazione federale che potrebbe fornire concessioni interstatali, senza dover costringere i players del New Jersey a giocare solo tra di loro”.

Secondo un’indagine di mercato della società di consulenza Interactive Media Entertainment and Gaming Association (iMEGA), in caso di entrata in vigore della legge nello stato, le entrate per il settore sarebbero state di 250 milioni di dollari con un beneficio per l’Erario di 55 milioni.  D’Amato incassa il colpo basso del governatore e da esperto giocatore rilancia: “quello che è successo nel New Jersey dovrebbe suonare come un campanello d’allarme per il Congresso USA. E’ arrivato il momento di creare un mercato unico a livello federale per il gioco online”. Il senatore Raymond Lesniak non si arrende: “ripresenterò il disegno legge sulla scrivania del governatore. Siamo disposti anche a proporre un referendum. Saranno i cittadini a decidere”.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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