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La nuova vita di Jerry Yang, tra poker e il suo ristorante

Jerry Yang

Jerry Yang non è mai stato un vero e proprio presenzialista ai tornei più importanti del mondo e più di un osservatore ha messo spesso in dubbio le capacità tecniche e di tenuta di un giocatore che nel 2007 visse una stagione d'oro. 

Negli anni successivi alla sua più grande vittoria, Yang ha avuto dei grossi problemi di natura fiscale, che gli sono costati buona parte del suo patrimonio, seguito prima e messo all'asta poi, dall'IRS statunitense. Ma Jerry Yang non si è perso d'animo.

La vittoria del 2007

Il poker come fenomeno sociale, stava diventando tale proprio nel 2007, poco dopo l'effetto Moneymaker che diede il "La" ad una stagione più che fiorente del nuovo gioco che così tanti adepti stava cominciando a raccogliere.

Le edizioni delle World Series Of Poker di quegli anni, venivano seguite da una fiumana di gente e le poker room online facevano il pieno mese dopo mese.

Erano i tempi dei duelli High Stakes su Full Tilt e PokerStars, i giocatori più in vista firmavano contratti molto allettanti e lo share dei programmi di poker saliva alle stelle.

In tutto questo lo statunitense dalle chiare origini asiatiche Jerry Yang, nato nel Laos e trasferitosi negli USA fin da piccolo coi genitori, metteva in fila qualcosa come 6.357 avversari, per indossare al polso il braccialetto del Main Event delle WSOP, intascando una cospicua cifra di $8.250.000.

Per partecipare a quel torneo che fece da spartiacque alla sua carriera di poker player, vinse un satellite dal costo di iscrizione di $225 al Casino Pechanga di Temecula, California, dove è cresciuto e ancora oggi risiede.

Rispetto ad altri vincitori di quel torneo, Yang ha giocato un numero di volte decisamente inferiore e i risultati stanno lì a dimostrarlo.

Ci sono stati anni in cui ha fatto registrare pochissimi piazzamenti, come il 2014 e il 2016, uno solo, e il 2015, un paio.

Ciò che sorprende sono i Buy In spesi a questi tornei, parliamo di $150 al Golden Nuggets, $570 al WPT del Seminol o i 130$ del Double Stack a Las Vegas.

Nel 2017, 2018, 2020 e 2021, Yang non ha lasciato traccia di "ITM", ma se in precedenza qualche apparizione in più veniva segnalata, in questi ultimi tempi le sue trasferte ai tornei di poker sono praticamente sparite.

L'attività di ristorazione

Per chi lo segue sui social, questa assenza è tutt'altro che sorprendente, visto che è di dominio pubblico la sua attività di ristoratore.

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Yang è infatti proprietario e CEO della Shobu Japanese Cuisine, Fresno, per i più curiosi esiste anche una pagina Facebook piuttosto curata, situata nel cuore della California, nella città di Fresno.

Le portate principali sono quasi tutte originarie del Giappone, tanto è vero che il sushi la fa da padrone, ma non mancano elaborati piatti di ramen, roll e un piatto che prende il nome proprio dall'ex campione del mondo.

Yang’s Platter, courtesy Shobu Japanese Cuisine

Il piazzamento

Nei giorni scorsi Yang è tornato a far parlare di sé dopo aver piazzato un "In The Money" ad un torneo di poker.

Il torneo è stato giocato al Thunder Valley Casino Resort di Lincoln, sempre in California, dove si è disputato un Main Event da $1.700, vinto da Victor Paredes per un premio di $169.294.

Il torneo ha attratto un totale di 587 giocatori, che hanno così formato un prize pool di $889.305, ben superiore ai $500.000 garantiti.

Paredes ha sconfitto un field mica male, superando al Final Table anche Yang, giunto quarto per un premio di $57.772.

Non sarà certo un rientro definitivo per il californiano, ormai quasi completamente assorbito dalla sua attività di ristoratore, ma fa sempre piacere rivederlo ai tavoli.

Bentornato, Jerry! 

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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