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Poker-Bots: fantasia o realtà?

Cresce sui forum e sui siti di poker la preoccupazione che ci siano dei sofisticati programmi robo-poker che giocano online, noti come “bots” nel linguaggio del Web.

“È praticamente una certezza che ci siano molti bots che giocano on-line”, dice Gautam Rao, un giocatore professionista canadese di 43 anni che regolarmente gioca tre tavoli in contemporanea (high-stakes) su Internet. “Quello che non sappiamo è quanto siano effettivamente forti”. La possibilità che vengano impiegati dei bots, che sarebbero capaci di colpire soprattutto il giocatore medio, porterebbe ad un problema significativo per il settore del poker on-line che è cresciuto esponenzialmente nei recenti anni. Senza la possibilità di verificare l’identità (e l’umanità) dei giocatori, gli affari potrebbero subire decisamente un brutto colpo per le poker rooms.

Ma gli scettici, e ce ne sono molti, argomentano che la complessità del gioco e i cambiamenti di strategia tipici del poker, non permetterebbero di poter creare simili bots capaci di “leggere” gli avversari e adeguarsi di conseguenza. Il fatto stesso che esistano alcuni programmi di “training” per il poker online (che calcolano le pot odds e suggeriscono le mosse da fare) che possono aiutare ma non danno assolutamente garanzie di risultati, ci dovrebbe far riflettere su quanto in realtà possano essere in fondo così “poco pericolosi” questi bots.

Ma Rao ed i suoi amici la pensano diversamente: un bot capace di giocare contro le migliori creature umane già esiste. Il Gruppo di Ricerca dell’Università Alberta’s Computer Poker ha sviluppato un automa dall’intelligenza artificiale noto come “Vex Bot”, capace di giocare a poker ad altissimi livelli. Purtroppo (o per fortuna) il suo genio di giocatore d’azzardo sembra possa solamente esprimersi nel gioco a due. Vex Bot è servito ai ricercatori soprattutto per valutare le frontiere dell’intelligenza artificiale. Darse Billings, progettista di Vet Bot, è convinto che il suo Bot sia almeno un 60% migliore di qualsiasi Bot commerciale, tipo quelli usati per i giochetti sui cellulari o di quelli rilasciati illegalmente nelle pokerrooms online. Vet Bot , letteralmente “Robot irritante” così chiamato per la sua abilità nel “frustrare” gli avversari umani, è il risultato di oltre dieci anni di ricerche. “La strategia del poker è difficile, sedersi e scrivere un programma che possa battere un tavolo di giocatori umani ed esperti non è proprio un compito facile”. Mentre i bots realizzati per giocare a scacchi, dama o anche blackjack sono “semplici” da realizzare, non può dirsi altrettanto del creare un bot che sappia giocare bene ad un gioco complicato come il poker, dove i fattori da considerare e valutare sono molto complessi. “I più grandi ostacoli naturalmente si riscontrano laddove si tenta di far capire al bot quando è il momento di cambiare strategia, bleffare o cercare di tendere trappole” dice Billings, ricercatore universitario e abile giocatore di poker. “Il gioco degli scacchi per esempio, non voglio screditarlo ma è solo una questione di calcolo” dice Billings “Con il poker invece, hai realmente bisogno di scrivere un programma che debba “pensare” al gioco e ragionarci”. La soluzione, nel caso di Vet Bot, era nell’aggiungere uno strato di intelligenza artificiale sulla sua abilità di calcolare le probabilità. “Vet Bot le farà vedere cose che nessun giocatore umano mai le ha mostrato prima, uno dei più grandi vantaggi che i programmi hanno è che loro non hanno nessuna paura, nessuna vergogna. Le creature umane possono essere intimidite. Gli umani perdono di lucidità di fronte ad un giocatore molto aggressivo. Un bot no. Non ha emozioni nei confronti di nessuno, lui pensa solo a vincere. E può suscitare molta rabbia e sconvolgimento emotivo. E proprio queste sono le cose che ti mandano in tilt in una partita di poker.”

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“Ci sono alcuni programmi disponibili in commercio che le persone hanno tentato di usare”, racconta Vikrant Bhargava, direttore generale di Partypoker.com, la più grande piattaforma di poker su Internet. “Ma noi aggiorniamo e modifichiamo spesso il nostro sistema, anzi col nostro ultimo aggiornamento, posso dire con certezza che abbiamo reso i bots disponibili in commercio inutili.” Bhargava inoltre aggiunge: “Abbiamo anche comunicato a tutti gli utenti che hanno intenzione di usare Bots che li scoveremo presto e li bandiremo dalla nostra piattaforma. Anche se tutto sommato penso che, nei panni di un giocatore, gradirei scontrarmi contro un bot. Sarei sicuro di catturare la sua posta in breve”.

Ma sono in molti a pensarla in modo differente. Ray Bornert, sviluppatore di Bots della società WinHoldem ( http://www.winholdem.net ) , pensa infatti che questo genere di avvertimenti da parte delle pokerrooms non abbiano alcun senso. Chi ha intenzione di lanciare dei bots non si fermerà certo di fronte ad una semplice comunicazione, e tantomeno di fronte al monito di essere banditi dalla pokerrooms. Inoltre le pokerrooms avrebbero tutto l’interesse a “chiudere un occhio” di fronte al problema Bots, in fondo figurano comunque come giocatori, ovvero generano volume e “RAKE” per la pokerrroms stessa. Ma soprattutto Ray non tollera che si considerino i Bots “inefficaci”. “Mettiamo che lei abbia un bot che può giocare in 25 casinò contemporaneamente, due tavoli per ciascuno. Anche giocando un $10 / $20 di medio livello, ti garantirebbe un guadagno netto di circa $1,000 per ora” sostiene Ray. (l’attrice Jennifer Tilley fa il tifo per il suo ragazzo Phil Laak, conosciuto come “unabomber”, che sta giocando contro un Bot) “Quando guardo i tavoli dai limiti bassi ($1-2, $2-4), non ho dubbi sul fatto che vi stiano giocando dei Bots” afferma Schaeffer, altro sviluppatore di Vet Bot. “E non dimenticate che questi programmi possono giocare 24 ore su 24 senza stancarsi mai, e naturalmente possono farlo contemporaneamente su più tavoli”. Ciò significa che i programmatori di Bots possono vincere belle somme e costantemente senza investire grossi capitali. Nel 2003, Vet Bot fu fatto giocare in heads-up contro uno dei migliori professionisti di poker. Per le prime 4.000 mani il computer la fece da padrone, ma poi l’uomo dopo aver analizzato attentamente la tecnica del Bot cambiò la propria strategia e dominò fino alla fine. Il fatto che il Bot abbia dominato per le prime 4.000 mani contro un così grande professionista fa riflettere sul fatto che se fosse stato su una qualsiasi pokerroom avrebbe praticamente fatto piazza pulita. Rimane comunque il fatto che ancora una volta l’uomo ha vinto sulla macchina. “Il miglior programma Poker-Bot mai sviluppato fino ad oggi è davvero ottimo” conclude Schaeffer, “ma non abbastanza eccellente da battere i migliori professionisti umani”.

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