In Francia, il Ministero delle Finanze ha puntato gli occhi sulle vincite dei players professionisti annunciando che anche loro saranno trattati come tutti i contribuenti transalpini. A Parigi, i responsabili del fisco sono stati chiari, in merito ad alcuni pareri richiesti in materia: “l’importo delle vincite possono variare ma sono documentabili. Essendo entrate, vanno assoggettate a prelievo fiscale”.
La cosa non appare così semplice e automatica: secondo alcuni legali, gli agenti dell’erario transalpino stanno solo provando a forzare la mano ma l’interpretazione delle leggi in vigore in materia non è così univoca.
Si è comunque aperto un dibattito, fino a qualche tempo fa impensabile nell’Esagono. Indiscrezioni non confermate, fanno riferimento ad una possibile aliquota del 40% da applicare ai redditi dei professionisti del live e dell’online. Se tali rumors dovessero essere confermati si assisterebbe ad una vera e propria diaspora dei poker pro e al collasso del mercato su internet; a Parigi sono consapevoli dei rischi?
Non è casuale la scelta di Bertrand “Elky” Grospellier di trasferire la propria residenza a Londra, come diverse stelle europee di PokerStars (vedi Viktor “Isildur1” Blom). La tassazione sui redditi dei professionisti è applicata anche in altri paesi del Vecchio Continente e nel lungo periodo può offrire vantaggi ai giocatori, a condizione che sia data loro la possibilità di dedurre tutte le spese (buy-in, viaggi etc).
Una cosa è certa: in Italia ed in altri stati del Vecchio Continente, l'attenzione del fisco è massima sul poker ed in particolare sui principali attori. Ma è importante rispettare gli equilibri di mercato. In Francia si sta vivendo una situazione limite nell’online: rooms e giocatori hanno già espresso tutto il loro disappunto per un prelievo alla fonte fin troppo alto che rende il settore tutt’altro che competitivo, con rake al limite del sostenibile. Figuriamoci in caso di ulteriore tassazione sui redditi ai giocatori.