Sono giorni fondamentali per il futuro del poker in Italia: l’attesa per il pronunciamento del Consiglio di Stato, previsto intorno al 20 ottobre; i responsabili dei network “.it” che fanno sentire la loro voce in merito al regime fiscale; infine, il maxi-emendamento presentato ieri dal Governo alla Commissione Finanze, che potrebbe ridisegnare tutto il panorama.
Ma andiamo per ordine: già affrontato il problema relativo al poker live e al relativo atteso pronunciamento del Consiglio di Stato, per cui c’è solo da aspettare, nei giorni scorsi si sono fatti vivi i responsabili del nuovo poker online licenziato AAMS, per ribadire alcuni concetti importanti. Carlo Gualandri, presidente di Gioco Digitale, inquadra il problema: "La tassazione va sicuramente rivista: bisogna ragionare su un percorso comune per diventare concorrenziali rispetto agli operatori esteri: l’attuale tassazione (montepremi minimo 80%, tasse 3% e profitto massimo per l’operatore al 17%) era stata inizialmente pensata per il mercato dei "casual skill games", che hanno rappresentato la via legale per l’ingresso del poker in Italia".
Gualandri sottolinea anche come, per fare fronte alla concorrenza internazionale, gli operatori italiani abbiano scelto di erodere la percentuale a loro destinata, aumentando il montepremi fino al 90%. Da qui la proposta di una nuova tassazione non più basata sul fatturato totale, ma solo sul margine di profitto degli operatori. "Attualmente le tasse rappresentano quasi un terzo del nostro profitto, noi siamo disposti a dimezzarlo a patto che anche lo Stato faccia lo stesso per rendere pienamente concorrenziale il settore legale. E per fare ciò lo Stato deve anche tutelare il mercato, facendo capire la differenza tra chi opera a pieno titolo e chi, slealmente, offre prodotti più appetibili perché completamente fuori tassazione".
Gli fa eco Fabrizio D’Aloja, presidente di Microgame, che sottolinea anche altre problematiche come “la mancanza del cash game e i limiti nei tornei, sia per il massimale di gioco (attualmente a 100€) che per il rialzo della posta".
Intanto ieri il Governo ha presentato alla Commissione Finanze della Camera il suo maxi emendamento al disegno di conversione in legge del DL 25/9/2008 n. 149: "Disposizioni urgenti per assicurare adempimenti comunitari in materia di giochi". In origine, il DL doveva solo prorogare la gestione provvisoria alla Sisal del Supernalotto ma sostanzialmente, qualora fosse approvato, finirebbe per ridisegnare la raccolta online di tutti i giochi.
L’atto, che consta di 18 commi, ha lo scopo primario di "disciplinare in maniera organica, in un unico provvedimento, le regole e le disposizioni, concernenti l’esercizio e la raccolta del gioco a distanza, nonché le relative modalità di accesso al mercato da parte di operatori economici italiani e esteri". Inoltre, si legge ancora nella relazione tecnica, "la necessità e l’urgenza dell’emendamento" derivano dalle finalità di "contrastare la diffusione del gioco illegale, e di perseguire la tutela dei consumatori – specie se minori – e dell’ordine pubblico".
Il provvedimento, secondo quanto previsto, porterà nelle casse dello Stato circa 25 milioni di €: 5 milioni provenienti dall’acquisto di nuove licenze, 10 dal maggiore gettito dovuto all’ampliamento della raccolta, 10 dall’emersione di quote di gioco irregolare. Questi soldi finiranno in un fondo costituito presso il Ministero dell’Economia.
Interessanti sono poi le parti riguardanti i requisiti richiesti ai futuri concessionari, che dovranno “aver conseguito, nel biennio precedente la richiesta di concessione, un fatturato complessivo di almeno 1.5 milioni di euro, realizzato nelle attività di gestione e raccolta dei giochi, anche a distanza”. Tale criterio è stato integrato con requisiti alternativi, in modo da permettere ad operatori di altri settori diversi dal “gaming” di ottenere la concessione presentando garanzie di altro tipo, bancarie e assicurative.
Altro elemento di novità riguarda la collocazione della sede stabile dell’azienda e del server di gioco del concessionario, che dovranno essere collocati nel territorio di uno Stato membro dell’Unione Europea. I server dovranno essere quindi collegati alle infrastrutture di rete del portale AAMS, al fine di rilevare eventuali anomalie di gioco, contabilizzare le competenze erariali, ed assicurare il monitoraggio di eventuali eccessi da parte degli utenti. Su quest’ultimo punto i concessionari sono chiamati a monitorare i comportamenti di gioco dei clienti e a mettere a loro disposizione strumenti di autolimitazione e di autoesclusione.
In caso di trasgressioni di uno o più dei suddetti punti, l’AAMS può sospendere o addirittura revocare la concessione.
Infine, una curiosità riguardante i costi: chi avesse in mente di diventare concessionario, dovrà fronteggiare questi costi per ottenere una delle 200 nuove licenze previste:
– 50.000€ per il bingo
– 300.000€ per scommesse a quota fissa e a totalizzatore, concorsi pronostici, ippica nazionale, skill games.
– 350.000€ per tutti i tipi di giochi