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Poker live: a Thiene il buy-in è di troppo

Poker-liveSi è scatenato un vespaio di polemiche sul divieto imposto dalla Prefettura di Vicenza nei confronti della Pro loco di Thiene che voleva organizzare un torneo benefico di Texas Hold’em in piazza, in programma proprio stasera. Le ultime notizie però sono negative: gli organi di pubblica sicurezza hanno comunicato che l’iniziativa non è conforme alla normativa in vigore ed hanno negato l’autorizzazione. Le nostre perplessità le avevamo già espresse in tempi non sospetti.

Se pur apprezzabili le intenzioni degli organizzatori, non c’è da stupirsi della presa di posizione delle autorità: la loro è stata una scelta obbligata, considerando le premesse di partenza, sotto il profilo organizzativo, della manifestazione.

La pro loco di Thiene voleva, per dichiarati scopi benefici. portare in piazza, e far divertire, circa 400 giovani. Un’iniziativa lodevole che avrebbe dato al Texas Hold’em una connotazione sociale; per il movimento sarebbe stato un giusto riconoscimento. Ma il Prefetto non ha potuto far altro che applicare la legge e seguire la giurisprudenza corrente in materia.

“Non è certo mia intenzione criticare gli organi preposti ad applicare la legge italiana - spiega al Giornale di Vicenza, Giampi Michelusi, presidente della pro loco di Thiene - ma mi sia concesso analizzare che ancora una volta si perde l'importante possibilità di portare in piazza oltre 400 giovani e appassionati, che normalmente praticano il loro hobby in circoli privati o esclusivamente via internet”.

“Faccio inoltre presente - continua Michelusi - che il torneo non prevedeva alcun tipo di premi in denaro e che durante il gioco non era accettata in qualsiasi forma la presenza di soldi, eccetto la quota d'iscrizione”. Ed è proprio questa dichiarazione che solleva il problema: il torneo prevedeva il pagamento di un buy-in. Pare che all’inizio non fosse intenzione degli organizzatori  stabilire una quota di iscrizione, ma di giocare solo un freeroll. Successivamente, invece è stato introdotto un buy-in di 30 euro. E da quel momento la Questura non poteva rimanere indifferente.

Andiamo con ordine e cerchiamo di fare chiarezza in una materia che sta diventando, sempre più complicata a causa dei notevoli ritardi nella pubblicazione del regolamento attuativo che individuerà i criteri per l’organizzazione dei tornei di Texas Hold’em. dal vivo. Prima di tutto, la circolare del 9 settembre del 2009, sancisce tolleranza zero verso qualsiasi torneo di poker live. Le premesse iniziali per gli organizzatori non erano quindi certo le migliori e proprio per questo motivo, bisognava ancor più ponderare le scelte organizzative iniziali.

I margini per ottenere una deroga, seppur minimi, c’erano e li suggerisce la giurisprudenza della Cassazione, seppur precedente alla circolare “mannaia” di un anno fa. La Suprema Corte non pone la sua attenzione solo sui premi in denaro o in natura ma su altri aspetti più rilevanti. Per i giudici, le condotte sono da ritenersi illecite quando i giocatori devono pagare un buy-in, anche per fini benefici.

Secondo il parere del Consiglio di Stato del 2007, “la giurisprudenza prevalente della Corte di Cassazione sembra escludere il fine di lucro (e quindi il reato di gioco d’azzardo, ndr) non se la posta ha un valore minimo (o modesto o di scarsa entità) ma solo essa sia del tutto irrilevante o quando sia talmente tenue da indurre a ritenere non sussistente lo scopo di conseguire un guadagno economicamente apprezzabile”.

La Corte di Cassazione sul tema non ha mutato indirizzo dal lontano 1991, ribadendo il concetto nel 2007 che “il fine di lucro sussiste anche quando la posta ha un valore minimo”. La Circolare del Ministero del 2009 ha poi inasprito ulteriormente le cose.

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E’ proprio la sezione Penale della stessa Corte a suggerire la strada, sempre con una sentenza del 2007, stabilendo che il fine di lucro va escluso quando tale valore sia del tutto irrilevante.

In un contesto difficile, vi erano comunque discreti margini di manovra per un'autorizzazione preventiva Ma non doveva essere  previsto alcun tipo di buy-in, bensì doveva giocarsi un freeroll magari con la partecipazione di alcuni sponsor attratti dall’evento straordinario, essendo il primo torneo pubblico giocato fuori da un casinò. Ed inoltre, con questa impostazione, non si sarebbe leso l’interesse di nessuno: impensabile pensare che un freeroll possa danneggiare le quattro sale da gioco o i concessionari dell’online. Il Texas Hold’em così proposto può avere solo una mera funzione sociale ed essere uno spot sano nei confronti dell'opinione pubblica.

Essendo un evento straordinario e benefico, con l’appoggio delle autorità politiche (Sindaco in primis) e sotto il controllo della Questura di Thiene, vi erano maggiori possibilità di ottenere una deroga. L’eventuale diniego da parte delle autorità sarebbe stato criticabile, considerando che il reato di gioco d’azzardo in questo caso non è ravvisabile, non essendoci alcuno scopo di lucro.

Anche perché, si tende a non ricordare che in Italia, è già entrato in vigore il decreto che riconosce il Texas Hold’em come un’attività lecita, seppur a determinate condizioni che dovevano essere stabilite, già da parecchi mesi. da una normativa secondaria attuativa. La Pubblica Amministrazione, pur avendo avuto tutto il tempo tecnico necessario, è in difetto e non ha ancora promulgato il regolamento. Se continuerà questa fase di stallo, è logico pensare che, considerando il vuoto normativo che di fatto si è venuto a creare, la giurisprudenza applicherà i principi contenuti nella Legge stessa: al concorrere di determinate condizioni (assenza di buy-in per esempio), il poker live può essere considerato un’attività lecita, in attesa di una normativa che nel dettaglio faccia finalmente chiarezza.

Da Roma assicurano che al massimo, entro ottobre, finalmente il quadro normativo sarà completo. E’ la speranza di tutti. Nel frattempo i players dovranno ancora pazientare, considerando la raffica di denunce di queste ultime settimane che hanno raggiunto 32 persone tra Genova e Bergamo. La tolleranza zero è scattata da tempo.

Luciano Del Frate

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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