Vai al contenuto

Poker live: il regolamento bloccato dal Viminale

Club-RoyaleIl regolamento è bloccato al Ministero degli Interni da mesi: l’indiscrezione filtra a margine dell’incontro istituzionale tra Confindustria e Monopoli di Stato. A piazza Mastai si è svolto un summit tra i vertici di AAMS, il sottosegretario all’Economia con delega ai giochi Alberto Giorgetti ed i rappresentanti delle associazioni di categoria come FederBingo, Astro, Acmi, Acadi, Giochi&Società.

A tenere banco la questione del poker dal vivo. Secondo Agipronews il regolamento di attuazione della legge di “Adeguamento degli obblighi comunitari” del 2008 è bloccato da mesi al Viminale.  Non si conoscono i motivi, ma anche il presidente di FederBingo Italo Marcotti solleva qualche sospetto, confermando tale indiscrezione, ai microfoni dell’agenzia: “c’è uno scontro di volontà sulla questione, altrimenti non vedo il motivo per cui il regolamento non sia stato già licenziato”.

D’altronde il Ministro Roberto Maroni aveva già invocato ‘tolleranza zero’ nei confronti del Texas Hold’em dal vivo alle Questure, con la circolare del settembre del 2009. Il presidente di FederBingo fa riferimento non a caso ad “uno scontro di volontà”. Volontà politica? Le divisioni di questi mesi all’interno della maggioranza potrebbero aver bloccato tutto anche in materia di gaming, poker compreso.

Marcotti poi commenta: “bisogna ricordare che il poker non è uno sport, ma un gioco d’azzardo, per cui il Governo sta ancora cercando di limare alcuni aspetti”. A prescindere però dai punti di vista, meglio fare chiarezza sotto il profilo normativo: il poker è considerato dalla legge italiana non azzardo ma un gioco d’abilità. Non a caso online è riconosciuto come skill games ed è lecito giocare, naturalmente sotto la supervisione dei Monopoli di Stato. E live vi è una norma contenuta nella “Legge Comunitaria” del 2008 che prevede la liceità del Texas Hold’em anche dal vivo, però solo in forza di una concessione rilasciata da AAMS.

Scopri tutti i bonus di benvenuto

Il problema è che se il Viminale ha bloccato il regolamento da mesi, nessun cittadino ha la possibilità di acquisire una licenza e così viene violato un suo interesse legittimo. Proprio su questo presupposto la sezione di Lecce del Tar della Puglia ha emanato un’ordinanza – in via cautelare – che riconosce incompiuta la “Legge Comunitaria”. La Pubblica Amministrazione ha avuto più di un anno di tempo per regolamentare la materia.  E questo assunto potrebbe essere terreno fertile per altri ricorsi ai Tribunali Amministrativi Regionali e un elemento di pressione per la tanto attesa pubblicazione.

La dichiarazione di Italo Marcotti prova comunque il forte interesse delle sale bingo nei confronti delle future poker room live. In molti, maliziosamente hanno denominato il futuro regolamento come una sorta di “salva-bingo”.  Infatti secondo le prime indiscrezioni emerse, la nuova normativa richiederà una  metratura elevata per le poker room. La sensazione è che si commetta l’errore di dieci anni fa proprio con il bingo, quando si obbligò molti imprenditori ad investire in enormi cattedrali del gioco: dopo pochi mesi, il flop fu sotto gli occhi di tutti. Il poker live in Italia, gestito da circoli, (nella maggioranza dei casi di dimensioni  contenute) creava un indotto di circa 400 milioni di euro, con un livello occupazionale di circa 15.000 posti di lavoro. Al momento tutto è bloccato da più di un anno.   

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI