Il progetto di legge che regolamenterà in modo restrittivo il poker online negli Stati Uniti verrà presentato a breve al Congresso, secondo i recenti intendimenti del leader della maggioranza al Senato, Harry Reid. Di sicuro non rientrerà nella manovra fiscale concordata tra i Democratici e i Repubblicani; il senatore del Nevada sta cercando una strada ancor più celere per forzare la mano, a vantaggio dei casinò di Las Vegas e contro le poker room, attualmente regine del mercato mondiale ed incentivate ancor di più ad investire in Europa ed in Asia.
Lo confermano sia il Washington Post che il giornale economico Bloomberg. Pochi giorni fa, in un comunicato, Reid ha smentito di aver ritirato la sua proposta di legge ed ha fatto sapere che “la nuova legislazione tutelerà milioni di giocatori da eventuali frodi, aiuterà i governi federali per implementare le proprie entrate fiscali e agevolerà l’occupazione dell’industria dell’online”.
Il senatore è sceso nei dettagli: “un controllo centrale permetterà la creazione di un ambiente di gioco sicuro attraverso la registrazione delle tracce e delle operazioni online”.
Ma i senatori Repubblicani lo hanno criticato aspramente inviandogli una lettera al veleno: “la formazione di un diritto federale sul gioco d’azzardo online e la creazione di un regime fiscale senza precedenti, richiede un’attenta analisi e non offerte da bottega”. Chiare le allusioni alla spinta della lobby dei casinò di Las Vegas che hanno finanziato la recente campagna elettorale del senatore Reid. Le major di SinCity – con questa manovra – vorrebbero investire nell’online e al tempo stesso sbarrare le porte alle ‘concorrenti’ PokerStars e Full Tilt Poker. Un golpe in piena regola che il senatore democratico vuole compiere in un arco di tempo breve. Ma non sarà facile senza l’appoggio del partito Repubblicano che detiene la maggioranza alla camera.
Nel recente progetto di legge, è previsto che le società che non hanno operato negli ultimi cinque, con una concessione di un casinò fisico, rischiano una sospensione di due anni della licenza. Le principali rooms e casinò online si trovano tra l’incudine e il martello: l’applicazione delle norme UIGEA (volute dai Repubblicani al tempo dell’amministrazione Bush) rendono sempre più difficili le transazioni verso i siti di gambling e allontanano i giocatori ‘casuali’ o ‘occasionali’ dal mercato. Difficilmente players neofiti si avvicinano, perché non hanno l’esperienza giusta per accedere a tali sistemi di pagamento, sempre più complicati negli Stati Uniti.
Per questo motivo sono in molti a sperare in una legittimazione del gambling su internet, ma le condizioni proposte da Reid risultano inaccettabili. inoltre, i giocatori a stelle e strisce sarebbero isolati dal resto dal mondo, come d’altronde avviene anche in Italia, Francia ed in alcuni paesi nordici. Solo la Danimarca non ha rinunciato alla liquidità internazionale, non avendo un numero sufficiente di giocatori per poter sostenere il mercato interno.
Una commissione della Camera, nel mese di luglio, ha approvato un testo di legge che legalizzerebbe alcuni giochi su internet, ed in particolare le scommesse sportive. Il disegno non è stato però ancora presentato in aula e rischia di cadere nel dimenticatoio dopo la recente iniziativa delle potenti lobby di Las Vegas.