Nel grande "risiko" internazionale che si sta giocando da tempo attorno al poker online ed al dibattito intorno alla sua legalizzazione, interviene anche l'Unione Europea, con un passo ufficiale che potrebbe rivelarsi "pesante".
L'RGA (Remote Gambling Association, ndr) aveva sporto reclamo contro la famosa UIGEA e ne aveva inviato una copia a Bruxelles. Recentemente, la Commissione Europea ha deliberato, decidendo di affiancare l'RGA in questa istanza. Secondo quanto si sostiene nel reclamo, l'UIGEA porrebbe gli Stati Uniti in aperta violazione delle leggi del commercio, e andrebbe contro i regolamenti stessi del WTO (World Trade Organization, ndr).
L'accusa è rivolta a fatti conclamati. In Kentucky, ad esempio, il governatore Bershear ha dichiarato guerra a 141 siti stranieri di online gambling (ne abbiamo parlato in diverse occasioni, tra cui qui), favorendo gli operatori nazionali, in particolare quelli che operano nei settori delle lotterie e delle scommesse ippiche online.
L'interessamento della Commissione Europea nasce proprio con l'intenzione di tutelare gli operatori del settore provvisti di licenza UE, e di garantir loro pari diritti nell'accesso al mercato online USA (ma lo stesso criterio potrebbe venire adottato per altre realtà).
L'amministrazione USA, da par suo, aveva dichiarato di voler mettere presto la parola fine all'UIGEA. Uno dei più influenti sostenitori della legalizzazione del poker online, il senatore Barney Frank. Quest'ultimo (foto a destra), che è anche presidente della Commissione Finanze, si era esposto annunciando una nuova legge pro-poker online entro la fine di marzo.
Senza dubbio, i grattacapi derivanti da una crisi economica globale che si fa sempre più complessa hanno sconvolto l'agenda della nuova amministrazione Obama. Ma anche alla luce di questa nuova presa di posizione, i tempi per una legge - e per un gettito fiscale che sarebbe ossigeno per le asfittiche casse degli USA - potrebbero davvero non essere lontani.